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Migranti, Unicef: in un anno prese in carico più di 600 persone con vulnerabilità

Roma, 31 luglio 2024 – L’Unicef ha raggiunto circa 600 migranti nel corso di un anno di attività, grazie al suo intervento di affiancamento alle Prefetture per la gestione di casi di vulnerabilità specifiche. Tra queste, 453 sono bambini e adolescenti non accompagnati, 50 donne e 90 nuclei familiari.

Migranti, Unicef: “L’approccio tempestivo è fondamentale”

L’Unicef ha diffuso questi dati, evidenziando che “nel 2024 sono arrivate in Italia oltre 30 mila persone rifugiate e migranti, di cui il 6,5% sono donne e il 20% bambini e adolescenti, molti dei quali viaggiano senza figure adulte di riferimento, cercando di raggiungere l’Europa in cerca di sicurezza e condizioni di vita più dignitose”. Tra i migranti, molte persone presentano vulnerabilità specifiche, spesso legate a situazioni di sfruttamento, violenza e abuso subite nei Paesi d’origine, di transito o all’arrivo in Italia. In altri casi, il viaggio è motivato dalla speranza di risolvere gravi problemi sanitari, aggravati dalla mancanza di accesso a percorsi sicuri e legali per la migrazione.

“I risultati ottenuti quest’anno dimostrano che la chiave per vincere le sfide dei percorsi di protezione e accoglienza sul territorio è l’approccio tempestivo e integrato, abbinato a una sinergia con i servizi di protezione dell’infanzia già presenti sul territorio”, ha dichiarato Nicola Dell’Arciprete, Coordinatore della Risposta Unicef in Italia. “L’esperienza ha inoltre dimostrato che l’attivazione tempestiva dei servizi sociali e sanitari ha facilitato più volte la risoluzione di casi, evitando anche rischi di allontanamento dal sistema formale di accoglienza. Mettere a sistema questo tipo di intervento può garantire maggiore protezione alle persone più vulnerabili e permette di garantire una gestione della migrazione rispettosa dei diritti”.

L’intervento dell’Unicef, con il suo approccio integrato e tempestivo, rappresenta un modello di successo nella protezione e accoglienza dei migranti più vulnerabili, evidenziando l’importanza di una stretta collaborazione tra le istituzioni e i servizi di protezione presenti sul territorio.

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