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Milano, straniero un artigiano su dieci

La comunità più attiva è quella cinese. I settori di maggiore impiego: tessile e abbigliamento Milano – 15 luglio 2008 – A Milano un artigiano su dieci è straniero: nelle altre province della Lombardia e nel resto d’Italia la media è di uno su dodici. La comunità più attiva nel settore è quella cinese (28,3%). È quanto emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati del registro imprese aggiornati a maggio 2008 in merito alle aziende artigiane che operano nei settori tradizionali.

Gli immigrati fabbricano tulle, pizzi e merletti (50% del totale delle imprese individuali con titolare italiano e straniero), confezionano abbigliamento su misura (29,4%), lavorano e decorano articoli in vetro a mano e a soffio e si occupano di design relativo a tessili, abbigliamento, calzature, gioielleria, mobili, e altri beni personali e per la casa (20%).

I titolari d’impresa di origine straniera che operano sul territorio milanese nei settori dell’artigianato tradizionale sono 435. Si concentrano maggiormente nella confezione su misura di abbigliamento (29%), fabbricazione di articoli da viaggio, borse, articoli in cuoio (20,7%), nella fabbricazione e riparazione di oggetti di ferro, in rame e in altri metalli (11,5%).

Infine emerge che l’artigiano straniero a Milano è in prevalenza uomo, anche se la presenza femminile arriva al 39%. Il 40% ha un’età compresa tra i 20 e i 39 anni. I più intraprendenti sono i cinesi (28,3%, più di uno su quattro), gli egiziani (7,6%) e i romeni (7,4%). Seguono i sudamericani: peruviani (6%), ecuadoriani (3,7%) e argentini (2,8%). Nello specifico i cinesi fabbricano articoli da viaggio e borse (68,3%), effettuano lavori di sartoria e confezionano abiti su misura (24,4%), gestiscono lavanderie (4,1%).

a.i.

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