Parigi, 3 aprile 2025 – Nell’ambito della Settimana italiana dell’École nationale supérieure dedicata al tema Resistenze/Résistances, Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace e simbolo internazionale dell’accoglienza solidale, ha tenuto ieri un toccante intervento che ha scosso le coscienze e acceso il dibattito su diritti umani, giustizia e memoria.
“Mi trovo qui idealmente con voi, in un momento storico cruciale per l’Italia e per l’Europa”, ha esordito Lucano, ricordando il paradosso di un Paese che celebra gli 80 anni della Liberazione dal nazifascismo mentre è guidato da un governo che lui definisce “a trazione post-fascista”. Da qui, l’invito alla riflessione sulle molteplici forme di resistenza: dal femminismo nato dal dramma del femminicidio di Giulia Cecchettin alle battaglie contro la criminalizzazione dei migranti e la manipolazione delle tradizioni popolari, fino alla memoria delle lotte LGBTQ+ degli anni ’70.
Lucano ha poi condiviso la propria esperienza di sindaco di Riace, un piccolo comune calabrese diventato modello di accoglienza internazionale. “A Riace i migranti venivano attesi come salvatori, non come invasori,” ha affermato, ricordando come persino Wim Wenders ne abbia colto la portata simbolica. Ma a questa visione si è contrapposta, secondo Lucano, una persecuzione giudiziaria iniziata nel 2016, in coincidenza con una progressiva deriva dell’area progressista italiana, incapace di contrastare la retorica securitaria della destra.
Condannato da innocente, vittima – dice – di una campagna mediatica fondata sulla paura, Lucano non ha mai smesso di credere in un modello alternativo. “Ho visto con i miei occhi che l’Italia non è più uno stato dove si rispettano i diritti umani,” ha denunciato, citando episodi drammatici come la protezione concessa al torturatore libico Al Macri o la morte in carcere di Hassan Albasir, giovane migrante innocente etichettato come scafista.
Lucano ha ribadito il valore morale e spirituale del suo impegno, nato anche dal dialogo con la teologia della liberazione e con il vescovo di Locri: “Ero straniero e tu mi hai accolto”, ha ricordato citando il Vangelo. Un messaggio potente, che contrappone la dignità umana alla disumanità della politica contemporanea.
“Riace dimostra che accogliere non è un crimine, ma un’opportunità,” ha concluso Lucano. “Continuerò a portare avanti questo messaggio, con la speranza che un giorno la giustizia trionfi.”
L’intervento si è chiuso con un lungo applauso e con un senso condiviso di urgenza: non basta ricordare la Resistenza, bisogna praticarla, ogni giorno.
Testo in collaborazione con Luca Camilloni