Guideranno i ministeri dell’Interno, del Lavoro e degli Esteri. Tre ruoli chiave per gli immigrati nella squadra scelta da Paolo Gentiloni
Roma – 12 dicembre 2016 – Difficile dire fino a quando durerà e come si occuperà di immigrazione, ma certo nel nuovo governo guidato da Paolo Gentiloni saranno soprattutto i ministri Marco Minniti, Giuliano Poletti e Angelino Alfano ad attirare l’ attenzione degli stranieri in Italia.
Al ministero dell’Interno fanno capo Questure e Sportelli Unici per l’Immigrazione e quindi buona parte della burocrazia dell’immigrazione in Italia: permessi di soggiorno, accordi di integrazione, ricongiungimenti familiari, concessioni di cittadinanza italiana. Il Viminale coordina commissioni territoriali per il riconoscimento del diritto d’asilo e il sistema di accoglienza dei profughi. Attraverso la Polizia di Stato, contrasta l’immigrazione irregolare e si occupa delle espulsioni.
Il ministero del Lavoro programma gli ingressi di lavoratori stranieri dall’estero, definendo le quote dei decreti flussi in base al fabbisogno di famiglie e imprese, un canale rimasto di fatto chiuso negli ultimi anni (tranne che per gli stagionali) a causa della crisi economica. Deve però occuparsi anche del mezzo milione di immigrati disoccupati in Italia. Gestisce programmi di integrazione e interventi a sostegno alle fasce più bisognose della popolazione, delle quali fanno parte anche molti stranieri.
Il ministero degli Esteri è la voce dell’Italia nel mondo e quindi cura anche i rapporti con i Paesi d’Origine degli immigrati, stringendo accordi anche sul fronte dell’immigrazione e gestendo progetti di cooperazione allo sviluppo. È dalla Farnesina (il nome del Palazzo in cui ha sede il ministero degli Esteri) che dipende la rete dei consolati italiani nel mondo, dalla quale deve necessariamente passare chi ha bisogno di un visto per l’Italia.
Elvio Pasca