Roma, 10 giugno 2020 – “Non è un flop, ma occorre intervenire per permettere a molte più persone che ne hanno diritto ad accedere alla regolarizzazione”.
Sono le parole di Filippo Miraglia, responsabile area sociale, immigrazione e internazionale dell’Arci.
“La sanatoria così come è strutturata sta di fatto già lasciando decine se non centinaia di migliaia di persone fuori dalla regolarizzazione, alimentando il mercato illecito delle truffe. Il problema principale resta quello dell’accesso alla regolarizzazione, una questione che era già presente negli altri provvedimenti di questo tipo fatti in Italia: nel 1986, nel 1990, nel 1995, nel 1998, nel 2002, nel 2009 e nel 2012” – spiega Miraglia.
“Occorre definire al più presto – sottolinea Miraglia – la posizione e il ruolo del datore di lavoro: alcuni non vogliono farlo perché non vogliono pagare le tasse, altri perché hanno paura di quanto spenderanno. Per questo come già abbiamo chiesto al sottosegratario alle Poitiche Sociali e al Lavoro, Steni Di Piazza, chiediamo di potere intervenire al più presto”.
A rimanere fuori dal decreto legge sono tutti i lavoratori che operano nei settori del turismo, ristorazione, edilizia e artigianato: “già questo basta a capire che c’è una parte consistente che non avrà diritto ad accedere. E chi rimarrà fuori si comprerà un contratto di lavoro finto o farà contemporaneamente un altro lavoro per poter accedere” – conlude Miraglia.