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Modena, operaio ghanese chiama il figlio Silvio Berlusconi

"Credo di dovere a Berlusconi il mio permesso di soggiorno" Roma, 24 marzo 2010 – Ha cinque anni ed e’ un bel bambino di colore con la passione per il Milan. Tutto normale, se non fosse per il suo nome. Il piccolo si chiama infatti Silvio Berlusconi ed e’ figlio di Anthony Boahene, cittadino ghanese residente a Modena. Anthony, operaio metalmeccanico in Italia da otto anni, ha deciso di chiamare cosi’ il figlio perche’ "credo di dovere a Berlusconi il mio permesso di soggiorno. Volevo dare a mio figlio il nome di un grande capo politico. Mi piace, mi piace tutto di lui".

"A me Berlusconi piace come parla, come si muove – continua Boahene – Come persona, anche se non seguo molto la politica". E a quanto pare, ad Anthony non dispiacerebbe neanche che il piccolo segua le orme del presidente del Consiglio. "Presidente – dice infatti – questo bambino sara’ presidente. Del Ghana o dell’Italia, non importa. Voglio che studi politica, che si prepari".

L’inconveniente ora è che il piccolo crede che Berlusconi sia effettivamente suo nonno e ogni volta che vede il premier in tv impazzisce. ‘Silvio Berlusconi’, nato nel Ghana 5 anni fa, viveva con la madre in Africa e ha raggiunto da un mese il padre a Modena. ”C’e’ solo una cosa che il bambino preferisce alle partite dei rossoneri in tv – sottolinea all’ADNKRONOS Anthony Boahene – si tratta degli spot elettorali di Silvio Berlusconi”.

”Quando lo vede in televisione – racconta divertito – il bambino impazzisce. Afferra il telecomando e pretende che nessuno cambi canale". Quanto alle politiche del governo in materia di immigrazione, Anthony taglia corto: ”non mi interessano queste cose”. Anthony non riesce a capire poi il perche’ degli sguardi perplessi degli italiani quando sentono il nome del bambino. "Cosa c’e’ di strano? A me la politica non interessa. Ma questo nome mi piace tanto. E poi Berlusconi e’ simpatico. Non l’avrei mai chiamato con il nome di nessun altro politico italiano".

E al nome ci tiene anche il piccolo, che infatti tutti a casa chiamano ‘Berlusconi’, mentre a scuola la maestra "vuole che venga chiamato solo Silvio. Speriamo che il nome porti bene. Voglio che il bambino faccia politica in Italia. Non voglio che da grande -conclude- faccia l’operaio come me".

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