Roma – 28 aprile 2014 – Giornata storica per i cittadini moldavi, almeno per quelli che guardano oltre i loro confini. Da oggi entrano a far parte nella ristretta cerchia di viaggiatori che possono entrare per brevi periodi in un Paese dell’area Schengen, Italia compresa, senza dover prima chiedere un visto.
È il traguardo di un percorso durato quattro anni, durante i quali la Repubblica di Moldova ha dovuto centrare alcuni obiettivi indicati dall’Unione Europea. Non solo in materia di controllo delle frontiere, ma anche per il rispetto dell’uguaglianza e dei diritti umani.
La liberalizzazione riguarda solo soggiorni della durata massima di novanta giorni, ad esempio per turismo, studio o affari, ma non vale per andare a lavorare in Europa. Per esempio, chi viene a trovare un parente in Italia o a seguire un corso di italiano non deve più chiedere un visto, ma anche se si trova un datore di lavoro, per essere assunti bisogna seguire ancora la solita trafila dei flussi d’ingresso ed il visto è indispensabile.
Altra limitazione: godono dell’esenzione dal visto solo i cittadini moldavi che hanno un passaporto di tipo biometrico, cioè un documento di ultima generazione dotato di un chip che può memorizzare anche dati come le impronte digitali. Chi non ha un passaporto biometrico ha ancora bisogno di un visto, ma può ottenerlo con le agevolazioni (come uno sconto sulle tariffe) già in vigore da alcuni anni.
Comunque, come spiega dettagliatamente un avviso pubblicato dall’ambasciata d’Italia a Chisinau, "l’esenzione dall’obbligo del visto non implica il riconoscimento del diritto all’entrata nello Spazio Schengen".
Le autorità di frontiera dei Paesi Schengen infatti fermeranno e respingeranno i cittadini moldavi che non siano in possesso di uno o più dei seguenti requisiti: essere in possesso di un valido documento di viaggio; poter dimostrare le motivazioni e le condizioni del soggiorno e il possesso dei mezzi economici per la durata del soggiorno; non essere registrati nel SIS (Schengen Information System) quali persone alle quali deve essere negato l’ingresso nello Spazio Schengen; non essere considerati soggetti pericolosi per l’ordine pubblico, la sicurezza nazionale o le relazioni internazionali di uno degli Stati dell' Ue.
“Mi fa veramente piacere che i viaggi senza visto siano diventati una realtà per i cittadini moldavi” ha commentato il commissario europeo agli affari interni Cecilia Malmström. “Questa decisione faciliterà i contatti tra le persone e rafforzerà i legami d’affari, sociali e culturali tra l’Unione Europea e la Repubblica di Moldova. Mostra anche come può essere efficiente la nostra relazione e che rapporti più stretti con l’Ue portano tangibili benefici per tutti”.
Secondo i dati forniti dalla Commissione Europea, negli ultimi quattro anni le richieste di visti per soggiorni brevi nell’area Schengen da parte dei cittadini moldavi sono rimaste stabili, tra i 50 mila e i 55mila l’anno. Nello stesso periodo, il tasso di bocciature delle domande si è notevolmente ridotto, dall’11,4% del 2010 al 4,8% del 2013.
La liberalizzazione fa naturalmente felici anche i moldavi che vivono in Italia, una comunità di circa 150 mila persone, contando solo gli immigrati regolari. “Sono anni che aspettiamo questo momento, è un riconoscimento importante per la Repubblica di Moldova, per la latinità delle nostre origini, contro la marginalizzazione della nostra madre patria” dice a Stanieriinitalia.it Vitalie Ciobanu, presidente dell’associazione Dacia di Roma.
C’è da attendersi arrivi in massa? "Non credo proprio – dice Ciobanu – chi voleva venire in Italia è già arrivato negli scorsi anni, magari dopo aver preso la cittadinanza romena. Certo è possibile che qualcuno arrivi e rimanga qui anche dopo i 90 giorni, ma per lo più la liberalizzazione dei visti aiuterà chi è già regolarmente in Italia. Mia moglie, per esempio, potrà far venire finalmente i suoi genitori a Roma per una o due settimane”
Elvio Pasca