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Mondiali Fifa 2022. Amnesty: “Stadi in Qatar costruiti da lavoratori migranti schiavi”

Abusi, discriminazioni, ricatti, forme di lavoro forzato. In un rapporto dell’organizzazione umanitaria le condizioni della manodopera straniera che sta costruendo le infrastrutture per l’appuntamento sportivo

Roma – 19 novembre 2013 – I mondiali di calo del 2022 si svolgeranno in Qatar, già pieno di cantieri per la costruzione degli stadi e delle infrastrutture legate a quell’appuntamento. Ma i lavoratori immigrati impiegati in queste opere sono vittime di diffusi e regolari abusi, in alcuni casi di vere e proprie forme di lavoro forzato.

È la denuncia di Amnesty International, che ha diffuso ieri il rapporto Qatar: The dark side of migration. È frutto di due visite nel Paese asiatico, nell'ottobre 2012 e nel marzo 2013, durante le quali l’organizzazione umanitaria ha intervistato centinaia di lavoratori migranti e incontrato i rappresentanti di imprese e istituzioni.

"Non si può assolutamente scusare che in uno dei paesi più ricchi del mondo così tanti lavoratori migranti siano sfruttati senza pietà, privati del salario e abbandonati al loro destino" ha dichiarato Salil Shetty, segretario generale di Amnesty International. "Le imprese di costruzione e le stesse autorità del Qatar stanno venendo meno al loro dovere nei confronti dei lavoratori migranti. I datori di lavoro mostrano un impressionante disprezzo per i loro diritti umani basilari e molti approfittano del clima permissivo, nonché della scarsa applicazione delle tutele, per sfruttare i lavoratori del settore delle costruzioni".

I migranti impiegati nel settore delle costruzioni in Qatar lavorano spesso per piccole e medie imprese che prendono subappalti dalle grandi compagnie, le quali talvolta non riescono a garantire che i lavoratori non vengano sfruttati. Il rapporto descrive un'ampia serie di abusi, tra cui il mancato pagamento dei salari, condizioni durissime e pericolose di lavoro e situazioni alloggiative sconcertanti.

Il rapporto fa luce sull'inadeguatezza della legislazione a tutela dei lavoratori migranti, peraltro aggirata regolarmente da molti datori di lavoro. L'organizzazione per i diritti umani ha chiesto dunque il rafforzamento delle norme vigenti e la fine del sistema dello "sponsor", che impedisce ai lavoratori migranti di lasciare il paese o di cambiare impiego senza il permesso del loro datore di lavoro.

Amnesty International, inoltre, mette in evidenza le prassi seguite dalle imprese di costruzione, alcune delle quali considerano normale violare gli standard a tutela dei lavoratori. La discriminazione nei confronti dei lavoratori migranti – la maggior parte dei quali proviene dall'Asia meridionale e sudorientale – è un fenomeno comune. I ricercatori hanno udito il direttore di un'impresa di costruzione chiamare i suoi lavoratori "gli animali".

Alcuni dei lavoratori che avevano subito abusi erano stati assunti da imprese che avevano preso subappalti da compagnie globali come Qatar Petroleum, Hyundai E&C e OHL Construction. Amnesty ha contattato diverse grandi imprese per segnalare i casi che aveva documentato e molte hanno espresso seria preoccupazione e alcune hanno detto di aver a loro volta compiuto indagini. Una ha affermato di aver deciso di migliorare il sistema di ispezioni sul lavoro.

Le risultanze del rapporto di Amnesty International alimentano i timori che nella costruzione dei principali impianti, compresi quelli che potrebbero essere di cruciale importanza nello svolgimento dei Mondiali Fifa del 2022, i lavoratori potranno essere sottoposti a sfruttamento. Amnesty International ha chiesto alla Fifa di agire con urgenza, insieme alle autorità del Qatar e agli organizzatori dei Mondiali del 2022, per impedire questi abusi.

Scarica il rapporto

Amnesty International. Qatar: The dark side of migration. Spotlight on Qatar’s construction sector ahead of the World Cup
 

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