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Monfalcone, la Lega vince nella città con più immigrati

Roma, 16 aprile 2025 – In una città dove quasi un terzo degli abitanti è di origine straniera, la Lega conquista un risultato elettorale schiacciante, superando il 70% dei voti. A guidare il centrodestra è Luca Fasan, ex assessore e successore designato della leghista Annamaria Cisint, che nonostante il suo seggio europeo ha mantenuto una presenza attiva nella vita politica locale.

Monfalcone è una realtà complessa, plasmata dalla presenza massiccia di lavoratori stranieri, in gran parte bengalesi, impiegati nella catena produttiva legata alla Fincantieri, colosso della cantieristica navale. Tuttavia, la campagna elettorale si è giocata soprattutto su temi identitari, tra ordinanze restrittive e retorica sull'”italianità da difendere”.

Il centrosinistra, con un Partito Democratico in forte calo, non è riuscito a intercettare il malcontento né a proporre un’alternativa convincente. Ha provato a farlo invece Bou Konate, ex assessore e candidato sindaco con una lista formata esclusivamente da italiani di origine straniera, che ha sfiorato l’ingresso in consiglio comunale.

Tra le voci nuove emerse nel panorama cittadino, spicca Nahida Akter, 28 anni, rappresentante di una lista civica e solidale, che ha ottenuto un risultato a sorpresa con l’8,6%. “Non voglio scegliere tra le mie due identità”, dichiara, sottolineando la complessità culturale che caratterizza sempre più la città. Anche Linda Khan, la più votata tra i candidati della lista Konate, rappresenta un volto giovane e determinato, capace di sfidare gli stereotipi.

Nonostante l’accusa ricorrente di voler “islamizzare” la città, l’iniziativa politica di Konate ha acceso i riflettori su una parte di cittadinanza spesso invisibile, ma sempre più consapevole. “Questa non era solo una sfida elettorale, ma un’affermazione di dignità”, ha detto il candidato, raccontando come tanti giovani abbiano iniziato a riconoscersi nella città dove sono nati e cresciuti.

La destra ha cavalcato la paura, ma dovrà ora confrontarsi con una nuova consapevolezza che si fa spazio tra i giovani e nelle periferie. Per il Pd e l’intero campo progressista, il risultato di queste elezioni rappresenta un campanello d’allarme e un invito urgente a rinnovare linguaggi, alleanze e visione del futuro.

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