Città’ del Vaticano, 13 gennaio 2015 – “Il reato di clandestinita’ e’ un’abnormita’. Perché punisce una condizione, non un comportamento”.
Lo afferma monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei. “Mi fa specie – ha affermato mons. Galantino a quanto riportato dal Servizio di informazione religiosa della Cei – un politico che dica ‘il reato di clandestinita’ va abolito ma non possiamo farlo adesso perché scompenseremmo chissa’ che cosa’. Farebbe specie a chiunque un politico che prende le decisioni che riguardano le persone solo sulla base di quello che potrebbe semmai disturbare la gente”.
Sul fenomeno dell’immigrazione in Italia, c’e’ “differenza tra percezione e realta’”, ha evidenziato Galantino. “La percezione nasce perché c’e’ un certo tipo di comunicazione, di approccio ‘di pancia’”. “La differenza tra percezione e realta’ – ha continuato – non aiuta ad affrontare seriamente un problema che non e’ piu’ un’emergenza”.