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Muore nel cpt, interrogazione alla Camera

Bernardini vuole chiarimenti e chiede: "I parlamentari visitino i Cie prima di approvare ddl sicurezza"

Roma – 9 luglio 2008 – È morto nel Cie (ex cpt) di Pian del Lago – Caltanissetta dopo esser stato male a lungo. Così è terminato nella notte tra il 29 e il 30 giugno il viaggio della speranza del diciannovenne ghanese Yussuf Abubakr.

Ieri, sulla morte del ragazzo, Rita Bernardini, deputata Radicali-Pd e membro della Commissione Giustizia, ha presentato un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Interno Maroni e a quello del Lavoro Salute e Politiche Sociali Sacconi, perché vengano chiarite le circostanze che hanno portato alla morte, nel Centro di Accoglienza nisseno, del giovane ghanese.

Dopo la sua visita domenica scorsa alla struttura polifunzionale di Pian del Lago, Bernardini ha ritenuto necessario indagare sulle circostanze che hanno portato alla morte di Yussuf Abubakr. Perché dalle testimonianze raccolte all’interno della struttura dalla stessa deputata emerge un notevole ritardo nei soccorsi da parte del personale sanitario del Centro.

"Il cittadino ghanese – si legge infatti nell’interrogazione – aveva ripetutamente accusato forti dolori già da diversi giorni e, in particolare, dal tardo pomeriggio del 29 giugno. Nonostante ciò la decisione di trasferirlo d’urgenza in Ospedale è stata presa solo dopo molte ore dal primo intervento del medico e quando ormai era troppo tardi".

Bernardini intende indagare anche sull’esatto numero dei casi di decesso nei Centri di Accoglienza e nei Centri di Identificazione ed Espulsione (ex-CPT) italiani e su come avviene la selezione del personale medico all’interno di questo strutture. Vuole inoltre sapere se non sia opportuno predisporre corsi di aggiornamento coordinati tra il personale adibito alla sicurezza e quello sanitario.

Infine Rita Bernardini ha invitato i parlamentari a visitare queste strutture prima di approvare ddl sicurezza. "Come ho già fatto nel mio intervento in Commissione Giustizia, dove era in corso l’esame degli emendamenti al Ddl sulla sicurezza – ha dichiarato Rita Bernardini – prima di varare norme scellerate di tal fatta, invito tutti i colleghi parlamentari a visitare i Centri di Accoglienza italiani e soprattutto i Centri di Identificazione ed Espulsione, per rendersi conto delle condizioni disumane in cui si vive in queste strutture".

"Condizioni intollerabili già oggi – ha osservato Bernardini -, che determineranno la violazione dei più elementari diritti umani e civili se i tempi di permanenza saranno prolungati fino a 18 mesi, come previsto dal disegno di legge. Mai come in questi casi, quando ci si trova a legiferare sulla pelle delle persone, è sacrosanto conoscere prima di deliberare".

A.I.

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