La decisione di un giudice di pace di Milano. Dejan L. era stato mandato in Serbia, il Paese dei genitori che non aveva mai visto
Roma – 4 luglio 2012 – Secondo il suo passaporto è serbo, ma è nato e cresciuto in Italia. Per questo motivo, un giudice di pace di Milano ha annullato il provvedimento di espulsione con cui un giovane rom era stato mandato in Serbia, Paese dei suoi genitori, che però lui non aveva mai visto.
Lo scorso 17 aprile, in esecuzione di un decreto di espulsione del 18 marzo della Prefettura di Milano sulla base di una informativa della Questura, il ventiquattrenne Dejan L, privo di permesso di soggiorno, era stato messo su un aereo e portato in Serbia. Nel 2011 era finito in carcere per scontare una condanna definitiva a 5 mesi e all’uscita era stato portato in questura e gli era stato notificato un primo provvedimento di espulsione. Era poi finito, in attesa di essere mandato via, nel Cie milanese di via Corelli.
A fine marzo il giudice di pace di Milano aveva confermato il provvedimento di espulsione, decisione contro cui la difesa, rappresentata dagli avvocati Eugenio Losco e Mauro Straini, ha fatto ricorso. Ieri e’ stata depositata la decisione del nuovo giudice, Claudio Bacherini, il quale sottolinea nel suo provvedimento che L. ”e’ cittadino serbo, ma nato e cresciuto in Italia e fratello di cittadino italiano”. E inoltre non si e’ ”mai mosso dal suo Paese di nascita”.
Per il magistrato, dunque, bisogna tener conto del ”luogo di nascita”, un ”comune della cintura torinese bizzarramente localizzato in Serbia (il riferimento e’ ad alcuni atti del procedimento di espulsione, ndr)”. Per questi motivi, secondo il giudice, l’espulsione va annullata per ”palese illogicita”’ e l’atto e’ ”irrimediabilmente viziato per eccesso di potere”.
Ora dunque il rom potra’ rientrare in Italia e i suoi legali si muoveranno per fargli ottenere la cittadinanza italiana, dato che ha parenti italiani.
I legali avevano lamentato il fatto che il rom era stato espulso ”senza nemmeno attendere l’udienza sul ricorso”. E avevano segnalato come in un caso analogo, nei mesi scorsi, un altro magistrato – il giudice di pace di Modena – avesse deciso per la liberazione di due fratelli di origine bosniaca nati e cresciuti qui che erano trattenuti da oltre un mese nel Centro di identificazione ed espulsione modenese.