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Negozi etnici: stop agli emendamenti della Lega

Fermate in Commissione le proposte su insegne e test d’italiano. "Inammissibili"

Roma – 27 aprile 2010 – La Lega dovrà combattere su un altro campo la sua battaglia contro i negozi degli immigrati.

I due emendamenti al decreto incentivi che vietano le insegne in lingue extraue e prevedono un test di italiano obbligatorio per i titolari si sono fermati in Commissione Finanze della Camera.  Più precisamente, sono stati dichiarati "inammissibili", perché estranei alla materia del decreto.

Erano stati proposti dalla deputata del Carroccio Silvana Comaroli. "Le Regioni  – recitava il primo – possono stabilire che l’autorizzazione da parte dei comuni alla posa delle insegne esterne a un esercizio commerciale è condizionata all’uso di una delle lingue ufficiali dei Paesi appartenenti all’Unione europea ovvero del dialetto locale".

"Le Regioni – aggiungeva l’ altro – possono stabilire che l’autorizzazione all’esercizio dell’attività di commercio al dettaglio sia soggetta alla presentazione da parte del richiedente, qualora sia un cittadino extracomunitario, di un certificato attestante il superamento dell’esame di base della lingua italiana rilasciato da appositi enti accreditati".

"Le polemiche sollevate dall’opposizione sono strumentali" aveva detto Comaroli, sostenendo che i suoi emendamenti servivano "alla tutela dei consumatori". Sarà, ma intanto con sconti e rottamazioni, che sono il succo del decreto incentivi, non c’entrano un fico secco.

Elvio Pasca

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