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“Nessuna sanatoria per gli irregolari”, Trump sceglie la linea dura

Il candidato repubblicano illustra il suo programma di tolleranza zero sull’immigrazione. “Muro con il Messico e deportazioni. Chi è qui illegalmente deve solo andarsene”

 

 

Phoenix (Usa) – 1 settembre 2016 – È durata poco l’illusione che, con l’avvicinarsi del voto di novembre, Donald Trump avrebbe ammorbidito le sue posizioni sull’immigrazione, magari per ingraziarsi l’elettorato di origine latino americana. Ieri sera a Phoenix il candidato repubblicano ha ribadito che il suo programma sarà di “tolleranza zero”, anche per gli oltre dieci milioni di stranieri che già si trovano irregolarmente negli Stati Uniti. 

Per loro, con Trump alla Casa Bianca, non ci saranno amnistie o sanatorie. “La strada per chi cerca di regolarizzarsi  è una sola. Tornarsene a casa e chiedere di entrare di nuovo, come chiunque altro e secondo le regole del mio nuovo sistema di immigrazione legale”. Anche i provvedimenti di Obama che hanno salvato dalle deportazioni i figli di quegli immigrati (i cosiddetti “dreamers”) verranno cancellati. 

Il sistema dovrà avere maglie più strette di quelle attuali e potrà seguire i controversi criteri di valutazione illustrati a più riprese in questi mesi dal miliardario, come bloccare gli ingressi da Paesi a maggioranza musulmana. “È nostro diritto di nazione sovrana – ha ribadito a Phoenix – scegliere gli immigrati che pensiamo possano prosperare, fiorire e amarci”, anche attraverso un test ideologico. 

Trump ha anche promesso il rimpatrio immediato di tutti gli immigrati che hanno commesso crimini. Dice che creerà una “task force per le deportazioni” incaricata proprio di “identificare e rimuovere velocemente i più pericolosi criminali stranieri irregolari in America”. La polizia di frontiera verrà rinforzata e chi sarà sorpreso a varcare illegalmente la frontiera verrà “detenuto finché sarà rimosso dal nostro Paese”. 

A strappare le ovazioni dei fan, anche uno dei cavalli di battaglia di questa campagna: “Costruiremo un grande muro lungo il confine meridionale. E lo pagherà il Messico”. In Messico Trump era stato poco prima per incontrare il presidente Enrique Peña Nieto con il quale aveva detto di aver avuto un “costruttivo scambio di idee”. Il candidato repubblicano aveva detto di non aver parlato della costruzione del muro con Peña Nieto, che però lo ha smentito via twitter: “All’inizio della conversazione con Donald Trump ho chiarito che il Messico non pagherà per il muro”.

 

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