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Nidi. Bologna apre ai figli dei clandestini

Per le iscrizioni non serve più il permesso di soggiorno. Dietrofront dopo il via libera del Viminale

Roma – 14 aprile 2010 – Marcia indietro del Comune di Bologna, che apre i nidi pubblici ai figli degli immigrati irregolari.
Le iscrizioni sono iniziate giovedì scorso. “I cittadini non comunitari – recitava il regolamento – dovranno esibire all’atto della presentazione della domanda la documentazione attestante la regolarità del soggiorno sul territorio italiano”.

La nuova legge sulla sicurezza impone l’esibizione del permesso di soggiorno per l’accesso ai servizi pubblici, esclusi quelli sanitari e la scuola dell’obbligo. I nidi non sono scuola dell’obbligo, quindi, questo il ragionamento del Comune, erano riservati ai figli degli immigrati regolari.

Il caso ha fatto scoppiare un vespaio, anche alla luce delle scelte opposte di altre città (come Torino o Firenze) dove invece per le iscrizioni non bisogna esibire il permesso di soggiorno. Questa linea però da ieri è seguita anche dall’amministrazione bolognese, guidata dal commissario Anna Maria Cancellieri,  dopo il via libera del Viminale.

“Il Ministero dell’Interno ha risposto al quesito posto dal Comune di Bologna circa la documentazione necessaria per l’iscrizione ai nidi d’infanzia, e ha accolto l’orientamento espresso dall’Amministrazione Comunale secondo il quale – alla luce della considerazione che in Emilia Romagna i nidi dell’infanzia sono definiti "servizi educativo-sociale d’interesse pubblico" – non sussiste alcun obbligo di esibire il permesso di soggiorno per i cittadini extra Unione Europea residenti in città” recita una nota diffusa ieri dal Comune.

“Conseguentemente – conclude  – sono state date disposizioni agli uffici di eliminare dalla modulistica qualsiasi indicazione relativa al possesso del permesso di soggiorno e di accettare tutte le domande che vengono presentate”.

Elvio Pasca

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