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Niente palestra per Aziza. “Il suo velo mette a disagio i clienti”

La trentenne reggiana di origine marocchina è stata allontanata da una struttura sportiva di Novellara perché indossava l’ hijab. Ha presentato una denuncia per discriminazione

Roma – 13 giugno 2014 – È successo a Novellara, in provincia di Reggio Emilia, una delle città più multietniche d’Italia e modello d’integrazione. Pochi giorni fa Aziza El Ouardi, una giovane ragazza reggiana di origine marocchina è stata allontanata dai responsabili dell’associazione sportiva “Linea & Sport” perché indossava il velo che le copriva il capo.

La trentenne, che vive in Italia dall’età di dieci anni, aveva già frequentato la struttura senza hijab almeno tre o quattro volte. “Lunedì ho deciso di indossare il velo – ha raccontato Aziza alla Gazzetta di Reggio – e i sorrisi degli addetti si sono trasformati in sguardi severi. Ai clienti, invece, il mio abbigliamento non sembrava proprio dare fastidio, ma uno dei responsabile ha evocato il regolamento della loro associazione, facendomi notare che il velo non era concesso”.

Tra l’altro, la giovane non porta sempre il velo:“Ho indossato il velo per coprirmi il capo e raccogliermi i capelli. Uno dei responsabili della palestra mi ha accusato di “mettere a disagio i clienti in sala”, invitandomi ad allontanarmi. Ero appena salita sul tapis roulant”. A quel punto lei ha deciso di abbandonare la palestra chiedendo un risarcimento del suo abbonamento, ma le è stato negato.

Il personal trainer della struttura  ha spiegato alla stampa locale: “Se qualcuno si presenta con il velo non lo accettiamo. Non vogliamo rischiare di mettere a disagio le altre persone presenti in sala. Insomma, non è giusto arrivare in palestra con il velo, abbiamo altre clienti marocchine e indiane che vengono a fare attività sportiva e nessuna si copre il capo”.

Quindi secondo la struttura Aziza avrebbe violato il regolamento dell’associazione sportiva, ma andando a leggere le norme da rispettare all’interno della palestra non c’è traccia di divieti legati ai hijab.

Le motivazioni date dai responsabili della struttura non sono bastate a placare l’ira della giovane, tanto che ha deciso di sporgere denuncia presso la caserma dei carabinieri per discriminazione etnico religiosa. “In 15 anni di attività in palestre – conclude Aziza – non mi era mai successo una cosa del genere”.

Samia Oursana

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