Marcia contro i muri interni ed esterni all’UE, per la chiusura di tutti gli hotspot, per la cancellazione dell’accordo UE Turchia, per un’accoglienza dignitosa.Per salvare l’Europa e il Mediterraneo con i diritti, la democrazia, la pace, la dignità e la solidarietà
Pozzallo 15 maggio 2016 ore 11.00
Muri, barricate, polizia di frontiera, eserciti schierati e navi da guerra, accordi con governi anti democratici. Tutto ciò per impedire ai migranti di arrivare alle nostre frontiere. Ai profughi e ai richiedenti asilo di mettersi in salvo.
Una scelta scellerata che sta producendo più ingiustizia, più morte, più razzismo. Una scelta che sta distruggendo la stessa unità e la democrazia europea, rischia di condannare tutti gli europei a vivere in un continente oscuro e nega ogni possibilità di sviluppo equo alla regione mediterranea.
Dal settembre del 2015, nei punti di principale approdo della costa mediterranea, l’UE ha chiesto e ottenuto l’istituzione di 9 hotspot – di cui 4 in Italia e 5 in Grecia. Questi centri ricorrono in misura crescente alla detenzione arbitraria e illegale e hanno l’obiettivo di realizzare una selezione tra migranti economici e richiedenti asilo, fuori e contro le procedure previste dalla legge
Oltre ad avere una natura giuridica non definita, al loro interno sono state denunciate numerose violazioni dei diritti umani: uso della violenza per l’identificazione, notifiche di procedure di respingimento differito sulla sola base della nazionalità, identificazione sommarie delle situazioni di vulnerabilità, detenzioni prolungate e quindi illegali.
Il sistema degli hotspot inoltre non si limita ai centri di detenzione sulle coste mediterranee, ma include anche accordi come quello tra UE e Turchia in nome del quale si procede ad espulsioni di potenziali richiedenti asilo in paesi che opprimono la libertà di parola e perpetrano violenze contro la loro stessa popolazione (i kurdi e non solo in Turchia).
Con questa stessa logica sono in costruzione – come previsto dalla proposta italiana del Migration Compact – centri di “selezione” anche lungo le rotte migratorie.
Un sistema che non fermerà le persone, come la storia di questi ultimi anni dimostra, ma aumentarà il già tragico bilancio dei morti sulle rotte migratorie.
I firmatari di questo appello
Denunciano
La creazione di hotspot là dove c’erano centri di prima accoglienza in Italia e in Grecia.
La deriva del sistema hotspot nella forma di accordi con paesi di origine e transito per il controllo delle frontiere e sistematiche espulsioni collettive, con l’esternalizzazione delle frontiere e della loro gestione.
L’assenza di canali d’ingresso sicuri e di programmi di ricerca e salvataggio, per fermare le stragi.
Chiedono
Che gli hotspot istituiti sulle isole greche e lungo le coste italiane ritornino a svolgere la loro precedente funzione di luoghi di accoglienza aperti, non più simbolo di detenzione ed identificazione forzata.
L’abolizione di tutti gli accordi firmati nell’ambito del “sistema hotspot” che prevedono l’identificazione e l’espulsione verso paesi di origine e transito che non rispettino i diritti fondamentali e le Convenzioni Internazionali.
L’apertura immediata di canali d’accesso umanitari con il rilascio di lasciapassare europeo e l’attivazione della Direttiva n.55/2001.
L’attivazione di un programma europeo di ricerca e salvataggio (come Mare Nostrum) in sostituzione degli attuali programmi di monitoraggio e controllo.
La costruzione di un’Europa solidale, pluralista e federale in grado di garantire un futuro di democrazia e diritti per i cittadini del futuro, qualunque sia la loro appartenenza, origine o storia personale.