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No all’asilo, ma Kate Omoregbe rimarrà in Italia

Alla cittadina nigeriana concesso un permesso per motivi umanitari. Frattini e Carfagna: “Italia in prima linea per diritti delle donne”

 

Roma – 8 settembre 2011  – Non ha ottenuto l’asilo politico, ma potrà comunque rimanere in Italia Kate Omoregbe, la cittadina nigeriana scarcerata qualche giorno fa al centro di una vasta mobilitazione internazionale.

Omoregbe dice di aver lasciato la Nigeria per sottrarsi a un matrimonio combinato con un anziano e alla conversione forzata dal cristianesimo all’islam. Ha quindi presentato domanda d’asilo sostenendo che, in caso di rimpatrio, avrebbe rischiato la lapidazione o comunque le ritorsioni violente dei parenti del promesso sposso.

La Commissione Territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale di Roma ha esaminato la sua domanda e non ha riscontrato né gli estremi per la concessione dello status di rifugiato, né quelli per la protezione sussidiaria. Riconoscendo però gravi motivi di carattere umanitario che giustificano la sua permanenza in Italia, le ha concesso un “permesso per protezione umanitaria”.

Il permesso per motivi umanitari dura un anno e può essere convertito in un permesso per lavoro. Questo significa che se  la donna troverà un impiego potrà continuare a vivere regolarmente in Italia.

La soluzione del caso Omoregbe è stata salutata con favore dal Ministro degli Esteri, Franco Frattini, e dal Ministro per le Pari Opportunita’, Mara Carfagna, che avevano assicurato l’appoggio del governo per evitare il rimpatrio.

“Ancora una volta, l’Italia ha dato prova di essere un Paese in prima linea nella lotta per il rispetto dei diritti fondamentali, tra questi, in particolare, la tutela della vita e il rispetto della donna” scrivono i ministri in una nota congiunta, nella quale però si parla erroneamente di “riconoscimento dell’asilo politico”.

EP

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