Pene più severe per i caporali e chi assume clandestini. Imprese esluse da agevolazioni e finanziamenti pubblici
ROMA – Mentre anche l’Europa chiede un giro di vite, sta per arrivare in aula a Palazzo Madama il disegno di legge contro lo sfruttamento dei lavoratori.
Il ddl, presentato a novembre scorso dal governo, è stato profondamente modificato durante la trattazione dalle commissioni riunite affari costituzionali e lavoro di Palazzo e Madama con l’adozione di un nuovo testo predisposto dai relatori. A metà maggio, con voto bipartisan, è stato dato mandato a Enzo Bianco e Massimo Livi Bacci di portarlo in aula.
Il testo inserisce nel codice penale il reato di "grave sfruttamento dell’attività lavorativa". Viene punito chi recluta o organizza l’attività dei lavoratori mediante "violenza, minaccia o intimidazione, anche non continuative", e li sottopone a condizioni caratterizzate da "gravi violazioni di norme contrattuali e di legge o a un trattamento personale, connesso alla organizzazione e gestione delle prestazioni, gravemente degradante".
I "caporali" rischiano la reclusione da tre a otto anni e una multa di 9milaeuro per ogni persona reclutata o occupata, e la pena è aumentata se le vittime sono minori o stranieri senza permesso di soggiorno. Per questo reato viene previsto l’arresto in flagranza, circostanza che permetterà il rilascio di un permesso di soggiorno per protezione sociale agli stranieri sfruttati.
Indipendentemente dalle condizioni di lavoro, si colpisce poi chi occupa immigrati irregolari con l’arresto da tre mesi a un anno e una multa di 5mila euro per ogni lavoratore. Si è scelta però una linea più morbida verso i datori di lavoro domestico, che non rischiano le manette, ma solo una multa da 4mila euro. I luoghi di lavoro dove si impiegano clandestini possono essere sequestrati.
Una condanna per "grave sfruttamento" o perché si impiegano clandestini fa perdere alle imprese la possibilità di avere contratti pubblici e tutte le agevolazioni o i finanziamenti regionali, nazionali o comunitari per un anno. Se i clandestini sono almeno tre scatta anche la sospensione dell’attività per un mese.
Secondo il senatore Livi Bacci, il ddl dà "una risposta forte all’odioso problema del caporalato che in molti casi realizza di fatto uno sfruttamento umano intollerabile. L’obiettivo è quello di contenere e limitare questo fenomeno agendo soprattutto su due leve: la configurazione e la precisazione del reato di grave sfruttamento e l’aggravamento delle pene per i datori di lavoro che utilizzano lavoratori irregolari". "C’é da augurarsi ora che, dopo l’approvazione nelle commissioni riunite con il consenso di larga parte dell’opposizione, il provvedimento concluda in breve tempo il suo iter".
(29 maggio 2007)
Elvio Pasca