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Test d’italiano. Bocciati e assenti potranno riprovarci solo dopo tre mesi

Il Viminale fissa un limite per le prenotazioni. E consiglia: “Chiedete la carta di soggiorno solo dopo aver superato il test”

Roma – 5 febbraio 2014 –Il test di conoscenza della lingua italiana è l’ultimo ostacolo per gli immigrati che, dopo almeno cinque anni di residenza regolare, vogliono mettersi in tasca l’ambito permesso Ce per soggiornanti di lungo periodo, la cosiddetta carta di soggiorno. D’ora in poi, però, sarà ancora più importante presentarsi all’appuntamento preparati.

Il Ministero dell’Interno ha introdotto infatti nuove regole dopo aver riscontrato un aumento delle prenotazioni ai test sproporzionato rispetto al numero di persone che hanno maturato i requisiti per la carta di soggiorno. Il problema è che, aumentando le prenotazioni, crescono anche le spese sostenute per organizzare le sessioni, ad esempio per pagare le sale multimediali dove si svolgono.

Perché questo aumento? Perché lo stesso cittadino straniero si prenota più volte. Molti, alla data fissata per lo svolgimento del test, non si presentano (capita con il 30% dei convocati), oppure, quando si presentano, vengono bocciati. In entrambi i casi, prenotano subito un nuovo test, facendo lievitare numero e costi delle sessioni.

Il Viminale adesso corre ai ripari. Innanzitutto, visto che frequentemente gli immigrati non si presentano al test perché la prefettura non riesce a rintracciarli per la convocazione, nella scheda di prenotazione è diventato obbligatoria l’indicazione dell’email, “un ulteriore strumento di comunicazione con l’utente”, si legge in una circolare.

Inoltre, a partire dall’11 febbraio, in caso di assenza ingiustificata il giorno del test, l’interessato dovrà aspettare almeno 90 giorni per prenotarsi di nuovo. Le uniche assenze giustificate saranno quelle per motivi di salute, per le quali bisognerà presentare un certificato del medico di base o del medico della Asl.

Anche in caso di bocciatura ci si potrà prenotare a un nuovo test solo dopo 90 giorni. “Ciò per consentire allo straniero, nei tre mesi successivi, di accrescere il proprio livello di conoscenza della lingua italiana” spiega il ministero dell’interno.

Sia in caso di assenza ingiustificata, sia in caso di bocciatura, chi ha già presentato la domanda per la carta di soggiorno la vedrà respinta. Il Viminale quindi consiglia di presentare la domanda “solo dopo aver verificato, attraverso la sottoposizione al test, il possesso del requisito della conoscenza linguistica, che sarà sicuramente più completa in prossimità del completamento del quinquennio di regolare soggiorno” in Italia.

Scarica la circolare del Ministero dell’Interno

Elvio Pasca
 

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