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Numero verde anticlandestini: “Quello lì non ha il permesso”

A Cantù raccoglierà le segnalazioni, anche anonime, dei cittadini. L’iniziativa del sindaco leghista

Roma  – 1 settembre 2008 – “Pronto? La mia vicina di casa ha una faccia sospetta, secondo me è senza permesso di soggiorno…”; “Il fioraio indiano qui sotto ha un nuovo aiutante. Perché non controllate?”; “Pssss… mia suocera ha una badante clandestina”…

Sarà probabilmente questo il tono delle telefonate che tra qualche giorno i più zelanti cittadini di Cantù potranno fare ai vigili urbani nella piccola cittadina in provincia di Como. L’amministrazione guidata dal sindaco leghista Tiziana Sala ha infatti deciso, con una recente delibera, di arrivare un “numero verde anticlandestini”.

Chi vorrà segnalare, anche in forma anonima, la presenza di immigrati irregolari, dovrà semplicemente alzare la cornetta e chiedere l’intervento della polizia locale. Quest’ultima, avrà anche una task force di vigili specializzata su norme e procedure che regolano la vita degli stranieri in Italia.

Dove non arrivano poliziotti di quartiere, esercito e pacchetto sicurezza, avrà pensato il sindaco, arriveranno l’occhio lungo (e la gola profonda) dei canturini.

Guai però a parlare di spioni: “Delazione? La definirei piuttosto partecipazione” si schermisce Sala oggi su Repubblica. A Cantù, dice, ci sono “troppi immobili affittati a clandestini”, e “questo è un reato da perseguire”. Clandestini a parte, come la prenderanno i padroni di casa? Per la soffiata di un vicino, rischiano la confisca…

 

Elvio Pasca

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