in

Nuovi Cie, al via l’individuazione dei siti

Obiettivo: strutture sul territorio per almeno 4000 posti ROMA, 25 febbraio 2009 – Il governo avrebbe individuato i siti per i nuovi ‘Cie’.

L’obiettivo è quello di triplicare, almeno, gli attuali 1.200 posti attualmente disponibili negli 11 Centri di Identificazione e di Espulsione allestiti sul territorio italiano, portandoli nei prossimi mesi ad un totale di circa 4.000-4.500.

Sarà l’argomento all’ordine del giorno, oggi al Viminale, in occasione della riunione del Comitato ministeriale di monitoraggio sulla legge Bossi-Fini, organismo mai convocato in precedenza. Nel corso della riunione potrebbe essere stilata la lista definitiva dei siti sui quali sorgeranno i nuovi Centri di Identificazione ed Espulsione.

Le nuove strutture saranno realizzate per assicurare procedure più rapide e snelle, velocizzando così i rimpatri degli irregolari sottoposti a provvedimento di espulsione dal territorio nazionale. I nuovi centri saranno aperti anche in conseguenza del decreto legge varato la scorsa settimana dal governo, che ha introdotto nuove misure per prevenire la criminalità e contrastare le violenze sessuali. Il provvedimento estende infatti a sei mesi il periodo di permanenza massima dei clandestini nei Cie, rendendo cosi’ necessarie altre strutture di permanenza.

Per la scelta definitiva saranno decisive alcune caratteristiche, come la vicinanza agli aeroporti (sempre in una prospettiva di rimpatri più numerosi e veloci) e la distanza dai centri abitati. Tra le località che potrebbero essere scelte per ospitare le nuove strutture, Caserta, Boscomantico (Verona), Tessera (Venezia), Grosseto, Campi Bisenzio (Firenze) Falconara (Ancona), Vasto (Chieti), Terni.

In queste settimane sono state svolte le attività di ricognizione dei siti sul territorio, in modo da sfoltire la rosa delle aree praticabili per arrivare così a stilare una lista definitiva. I nuovi Centri di Identificazione ed Espulsione per immigrati saranno ospitati anche presso caserme ed altre infrastrutture militari ormai in disuso. Non è escluso poi che si possa optare anche per qualche istituto penitenziario non più in attività.

In ogni caso si cercherà di rispettare criteri di omogeneità sul territorio per distribuire efficacemente le nuove strutture: in questo senso, si punterà a dare la priorità alle regioni e ai territori che non hanno mai ospitato i centri o alle aree nelle quali non sono al momento in attività strutture di questo tipo. La filosofia di fondo alla base del progetto è quella di promuovere la realizzazione di un centro per ogni regione, salvaguardando le zone che in questi anni hanno sostenuto il peso maggiore in termini di strutture di accoglienza.

Non sempre si tratterà di ristrutturare edifici ed aree ormai in disuso. In qualche caso si finira’ infatti per realizzare ex novo le strutture, ubicate presso aree che al momento non sono attrezzate. La spesa totale non è ancora definita nei dettagli (dipenderà dal numero delle strutture e dai lavori necessari per renderle operative), ma di certo l’impegno complessivo non potrà essere inferiore a qualche decina di milioni di euro.

Clicca per votare questo articolo!
[Totale: 0 Media: 0]

Imprenditoria straniera forza per economia capitale

Mons. Miglio (Cei): “Ronde non siano contro immigrati”