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Nuovo stop a Trump, Corte boccia ricorso su ripristino Muslim Ban

Roma, 6 febbraio 2017 – Nuova battuta d’arresto per Donald Trump e la sua amministrazione. La Corte d’Appello di Washington ha annunciato di avere respinto il ricorso presentato dal dipartimento di Giustizia Usa contro la sentenza del giudice di Seattle James Robart, che aveva sospeso l’ordine esecutivo con cui il presidente Donald Trump bloccava l’ingresso negli Stati uniti, per 90 giorni, di cittadini provenienti da sette Paesi musulmani.

Intanto, l’Iran ha deciso di concedere i visti d’ingresso nella Repubblica islamica – in un primo momento negati per protesta contro il decreto anti-immigrati – agli atleti statunitensi che dovranno partecipare a giorni a una manifestazione sportiva nel Paese. Washington, in sostanza, chiedeva di annullare la decisione del giudice Robart e di ripristinare il divieto di ingresso ai cittadini provenienti da sette Paesi a maggioranza musulmana: Iraq, Iran, Libia, Somalia, Sudan, Siria e Yemen. Una richiesta che non e’ stata accolta.

La Corte ha invece chiesto al dipartimento di Giustizia di presentare ulteriori argomenti a giustificazione della propria posizione. Analoga richiesta la Corte ha avanzato nei confronti degli stati di Washington e Minnesota, che dovranno fornire le loro motivazioni aggiornate entro domani mattina. I due Stati sono all’origine del ricorso contro il decreto di Trump, bloccato poi dal giudice Robart. Lo stop al “Muslim Ban” resta dunque al momento in vigore. “A causa della revoca del divieto imposta da un giudice, tante persone cattive e pericolose potrebbero riversarsi nel nostro Paese. Una decisione terribile”, aveva scritto su Twitter nella notte italiana il presidente Usa prima dell’ennesima battuta d’arresto, ancora fiducioso nella vittoria del ricorso. “Vinceremo per la sicurezza del Paese, vinceremo”, aveva commentato, poi smentito dalla decisione della Corte d’Appello.

E mentre Trump prosegue la sua battaglia giudiziaria sul suo contestato decreto, non si placano le manifestazioni di protesta negli Stati uniti. Il Moma ha deciso di esporre le opere di artisti originari dei Paesi colpiti dal bando, e nelle stesse ore a Palm Beach, in Florida, dove il presidente si trova per trascorrere il fine settimana, alcune migliaia di persone hanno partecipato alla Marcia per l’umanita’, organizzata nell’ambito della giornata di proteste contro il 45esimo presidente Usa. I manifestanti hanno intonato slogan in favore di migranti e rifugiati ed hanno paragonato Trump al presidente russo Vladimir Putin.

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