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Obama: “Riformiamo l’immigrazione per fare più grande l’America”

Il presidente a San Francisco parla del talento degli immigrati: “Dovremmo fare di più per liberare il nostro potenziale”

San Francisco – 26 novembre 2013 – Un riforma dell’immigrazione può rendere più grande l’America, facendo fruttare il talento degli immigrati.

Barack Obama lo ha ribadito ancora una volta ieri a San Francisco,  intervenendo al Betty Ong Recreation Center, nella Chinatown della città californiana. È l’ennesimo tentativo di rilanciare una riforma che fatica a vedere la luce al Congresso, nonostante un  sondaggio diffuso in questi giorni dalla stampa riveli che il 63% degli americani è favorevole a nuove norme che permettano anche agli irregolari, a determinate condizioni, di ottenere nel tempo la cittadinanza.

“A San Francisco, che ha una delle economie che crescono più velocemente nel paese, il 35% degli imprenditori sono immigrati. Questo –ha sottolineato il presidente americano-  è l’impatto che i nostri talentuosi e laboriosi immigrati possono avere.  Questa è la differenza che possono fare. Ed è per questo che è passato troppo tempo per riformare un sistema dell’immigrazione che non è al servizio dell’America come dovrebbe, perché noi dovremmo fare di più per liberare il nostro potenziale”.

Obama ha citato la storia dei fratelli Ly, due immigrati vietnamiti che, partendo da zero, hanno creato in città un’industria dolciaria che dà lavoro a 300 americani. “Ecco cos’è l’America. Questo è il Paese che i nostri genitori e i nostri nonni e ondate di migranti prima di loro hanno costruito per noi. E tocca a ogni nuova generazione mantenerlo così. La Statua della Libertà non dà le spalle al mondo. La Statua della Libertà guarda il mondo e solleva verso il mondo la sua fiaccola“.

Ricordando i cinesi arrivati a San Francisco durante la corsa all’oro, il presidente ha detto che “non cercavano solo ricchezza, cercavano libertà e opportunità Sapevano che quello che ci rende americani non è il nostro aspetta o i nostri nomi. Noi assomigliamo al mondo. Voi avere un presidente che si chiama Obama. Ciò che ci rende americani è il nostro credo condiviso in principi certi, la nostra fedeltà a un insieme di idee, a una professione di fede,  alla promessa di questo Paese”.
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