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OCSE: RAPPORTO; IMMIGRATI ITALIA 7%, TRA TRE ANNI 8-9%

(ANSA) – PARIGI, 20 FEB – ”In Italia il quadro dell’immigrazione e’ in rapida evoluzione e del resto e’ gia’ radicalmente mutato rispetto all’ultimo censimento, con 4,5 milioni di immigrati pari al 7% della popolazione nel 2007 contro il 3,9% del 2000”. Lo hanno sottolineato Georges Lemaitre, l’autore del rapporto sull’immigrazione pubblicato oggi dall’Ocse, nel fare il punto sulla situazione italiana assieme a Jonathan Chaloff, un economista della divisione lavoro e affari sociali e esperto dell’Italia. A loro avviso al prossimo censimento, cioe’ tra tre anni circa, la percentuale salira’ all’8-9% della popolazione, oltre il doppio del 3,9% censito dal rapporto in base ai dati del 2000 che integrano i 2 milioni di immigrati nati all’estero e 1,5 milioni di cittadini di origine italiana nati all’estero. Secondo i due esperti dell’Ocse, il flusso annuo reale di immigrati e’ di 300.000-350.000, quasi il doppio del 180.000 censiti ufficialmente (dati 2005). La percentuale degli immigrati nella forza lavoro e’ salita dal 4,7% del 2005 al 6,9% alla fine del 2007. Per gli avviamenti al lavoro (job start) la percentuale sale al 19,1% per i lavoratori extracomunitari, a conferma della maggiore precarieta’ di questi lavoratori che evidentemente cambia lavoro con maggiore frequenza degli altri. Per l’Ocse l’Italia deve fare di piu’ per risolvere il problema di come ‘incanalare il flusso” degli immigrati che cercano lavoro sulla via della legalita’. Due sono, ad avviso degli esperti, le vie possibili: una e’ la concessione di ‘job visa’, cioe’ visti destinati a chi vuole venire in Italia per cercare lavoro, e l’altra la creazione di centri di intermediazione nei paesi di emigrazione che metta in contatto i datori di lavoro con i potenziali lavoratori. Un esempio da seguire sarebbe quello della Spagna che ”si sta muovendo bene su questa strada”. Questi centri di intermediazione, hanno aggiunto, valgono per le aziende, soprattutto le grandi, ma non per le famiglie alla ricerca di aiuti domestici, e sono efficaci solo se assicurano tempi rapidi. Quanto ai ‘job visa’, che permetterebbero agli aspiranti immigrati di non ricorrere ai visti turistici, dovrebbero avere una durata limitata nel tempo. I due economisti hanno anche sottolineato come in Italia la crescita della popolazione sia legata sostanzialmente all’ apporto dell’immigrazione necessaria per il paese anche per far fronte a una forte domanda di manodopera. (ANSA).

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