Roma, 21 gennaio 2019 – Il 27 gennaio ricorre la giornata della memoria, momento al quale io tengo particolarmente.
Credo che il dovere di tramandare di generazione in generazione il ricordo di un momento così buio nella storia dell’umanità sia in azione dovuta. Purtroppo, non credo che la memoria di chi è morto in quell’orrore disumano, sia onorata a dovere.
Mi chiedo spesso il perché non ci sia più la sensibilità che avevo io da ragazza, unita con i miei coetanei. A volte mi dico che dobbiamo lottare per preservare e tramandare i racconti degli ex-deportati, quelli che ancora sono in vita, e che presto o tardi non ci saranno più per testimoniare ciò che hanno vissuto.
Dobbiamo creare legami, e tessere una trama invisibile e molto resistente, affinché il ricordo dei nostri nonni venga onorato e le storie e i racconti di quella barbaria vengano trasmessi alle generazioni future. Per non dimenticare.
Ma la realtà è che stiamo lentamente scordando ciò che è stato, e la storia si sta ripetendo.
Abbiamo il dovere di opporci con forza a tanto antisemitismo che si sta riaffermando in questi ultimi tempi. Vorrei porre alla vostra attenzione alcuni passaggi di un articolo che racconta in breve le tappe dell’olocausto.
“Una volta salito al potere Hitler si preoccupò subito di distinguere fra “ariani” e non “ariani”, dando il via ad una serie di azioni antisemite che portarono, in un crescendo di violenza e crudeltà, alla Shoah”…
“L’opinione pubblica fu scossa da tanta violenza, ma il regime non intendeva certo fermarsi. I nazisti volevano liberare il territorio tedesco dalla presenza delle razze impure e, per questo, si stava procedendo già da tempo ad espulsioni forzate. La possibilità di salvezza per gli ebrei si arrestò quando molte nazioni non furono più in grado (o non vollero più!) accogliere i profughi provenienti dalla Germania: paesi come la Francia, l’Inghilterra e Stati Uniti, infatti, inasprirono proprio in quegli anni le leggi sull’immigrazione. Molti ebrei, quindi, riuscirono a mettersi in salvo fuggendo in altri paesi, ma la maggior parte di loro non poté lasciare la Germania, divenendo così il primo obiettivo della macchina di morte organizzata dal Terzo Reich.”
Se avete letto attentamente ritroverete in questi passaggi qualcosa di veramente agghiacciante. Ciò che viene descritto, sembra molto attuale, se paragonato alla situazione italiana dei giorni nostri. Abbiamo il dovere di non permettere che tale indecenza possa riproporsi, perché tanti sono stati i morti per questa causa, perché credevano nella libertà di essere ciò che si è, senza distinzioni di razza o di genere.
Raccontiamo e condividiamo tutto ciò che conosciamo ai nostri figli, agli studenti, ai bambini di oggi e di domani. Diamo alle generazioni future strumenti per non permettere che seme dell’odio rimetta radici profonde. E non facciamoci distrarre da ciò che i potenti vogliono farci vedere, perché stanno solo cercando di spostare la nostra attenzione manipolando il nostro diritto di “restare umani”.
Olocausto è una parola che deriva dal greco (Olos – tutto, kaustos -bruciato) tutto bruciato. Una parola per definire un progetto ben congegnato di distruzione di massa. Architettato da una mente spietata che ha colto il mondo impreparato, attonito di fronte a tanta inspiegabile barbaría. Ha messo solide fondamenta nella precarietà del momento in cui si è sviluppato, dimostrando che l’oppressione e la repressione possono dare sicurezza a chi si sente prevaricato, e privato delle certezze di un delicato equilibrio politico e sociale.
È stato un gioco-forza che ha ucciso milioni di innocenti. Ogni giorno nel mondo si consumano e si ripetono atti disumani, per mano di un singolo folle individuo con manie di onnipotenza. Non permettiamo che la storia continui a ripetersi, opponiamoci forti e compatti di fronte ad ogni atto che tenti di ripercorrere un cammino di orrore inaudito. Non dimentichiamo – facciamo sentire la nostra voce. Restiamo umani.
Nadia Sorrentino
Olocausto. Abbiamo il dovere di opporci all’antisemitismo che si sta riaffermando in questi ultimi tempi
Clicca per votare questo articolo!
[Totale: 0 Media: 0]