"Un prerequisito per proteggere la salute della popolazione dei Paesi ospitanti" Roma, 15 aprile 2011 – Tutti i migranti, "indipendentemente dal loro status giuridico, dovrebbero ricevere un tempestivo accesso ai servizi sanitari essenziali".
E’ una delle conclusioni del vertice ‘Circolazione delle popolazioni migranti nei Paesi mediterranei della Ue: le future sfide per i sistemi sanitari’, organizzato a Roma dal nostro ministero della Salute, in collaborazione con la Direzione generale salute e protezione dei consumatori della Commissione europea e con il sostegno dell’Ufficio regionale per l’Europa dell’Organizzazione mondiale della sanita’.
Il tempestivo accesso degli immigrati ai servizi sanitari essenziali, si sottolinea, "e’ anche un prerequisito per proteggere la salute della popolazione dei Paesi ospitanti. Allo stesso tempo, assistere i Paesi in conflitto ad aumentare progressivamente la capacita’ dei sistemi sanitari nazionali, anche attraverso un maggiore sostegno economico e la formazione del personale sanitario, e’ stato considerato un passo fondamentale per garantire l’accesso alle cure sanitarie sia nei Paesi di origine che di transito". Nelle considerazioni conclusive del vertice – si legge in una nota – viene dunque "evidenziata la necessita’ di rafforzare la preparazione e la capacita’ di risposta dei sistemi sanitari tanto nei Paesi di origine quanto in quelli di accoglienza, e di rafforzare la cooperazione internazionale, alla luce dell’aumento dei movimenti di popolazioni sia in relazione alla crisi attuale nel Mediterraneo, sia nel caso emergano nuovi scenari, non prevedibili al momento. Dal gennaio 2011, 27.000 migranti, l’80% di origine tunisina, hanno raggiunto le coste europee.
"Anche se in questa fase, le migrazioni non hanno causato problemi alla salute del tipo e delle dimensioni che potrebbero costituire un rischio per i sistemi sanitari dei paesi mediterranei dell’Ue e dell’Europa in generale – prosegue la nota – e’ importante essere consapevoli delle esigenze sanitarie delle popolazioni migranti costituite da gruppi eterogenei e adottare misure adeguate per far fronte ad eventuali necessita’, che possono includere sistemi di sorveglianza per le malattie infettive, tra cui malattie emergenti e o ri-emergenti".
L’evento capitolino ha riunito ministri, segretari di Stato e funzionari di alto livello provenienti da Italia, Cipro, Francia, Grecia, Malta, Spagna e Ungheria, insieme ai rappresentanti dell’Oms Ufficio regionale per il Mediterraneo Orientale, dell’Organizzazione internazionale per la migrazione (Iom), e del Centro europeo per prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc). In particolare, i partecipanti hanno concordato i seguenti principi principali: – Garantire a tutti i migranti il diritto alla salute ed evitare di stigmatizzarli in base a pregiudizi secondo i quali le popolazioni migranti rappresenterebbero una minaccia per la salute pubblica (nei paesi sviluppati, il rischio di una epidemia di malattie tropicali importate come la malaria, il colera, la tubercolosi, o le febbri emorragiche virali e’ molto improbabile)
E ancora: rafforzare la preparazione e la risposta nei paesi dell’Unione europea per fronteggiare un eventuale aumento del fabbisogno di cure sanitarie per malattie croniche, per prevenire le epidemie di malattie infettive, e per affrontare le criticita’ ambientali, con il supporto tecnico dell’Ecdc e dell’Oms. – Rafforzare la cooperazione e la solidarieta’ internazionali sugli aspetti di sanita’ pubblica della crisi, con il sostegno della Commissione europea, degli Uffici regionali dell’Oms e con il coordinamento delle Nazioni Unite, coinvolgendo anche la societa’ civile. – Migliorare la raccolta e la condivisione di informazioni attraverso strumenti esistenti (Regolamento sanitario internazionale, Early Warning Response System) cosi’ come la ricerca, l’analisi e la formazione sugli impatti delle migrazioni sulla salute. – Valutare l’assegnazione delle risorse finanziarie a livello europeo alla preparazione e alla risposta dei sistemi sanitari sulle conseguenze delle migrazioni su larga scala. Un punto da discutere alla prossima riunione del Consiglio dei ministri della Salute della Ue a Lussemburgo il 6 giugno 2011.