Stefano Camilloni
I risultati del rapporto annuale dell’agenzia Ilo, l’Organizzazione internazionale del lavoro dell’Onu GINEVRA, 20 marzo 2009 – Discriminazione e violazione dei diritti ai danni degli immigrati in Italia.
Dure condizioni di detenzione di immigrati irregolari in attesa di rimpatrio, orari di lavoro troppo lunghi, salari bassi e pagati con notevole ritardo, o spesso addirittura in parte trattenuti dai datori di lavoro come corrispettivo per un alloggio affollato, senza elettricita’ e acqua corrente. E questo nonostante l’esistenza, nel nostro paese, di leggi antidiscriminatorie e di organismi competenti.
Sono le critiche mosse all’Italia dal Comitato di esperti dell’Ilo (Organizzazione internazionale del lavoro) che ogni anno pubblica un monitoraggio sull’osservazione delle convenzioni internazionali in tutto il mondo.
Le valutazioni riguardano, nel caso dell’Italia, l’applicazione della convenzione numero 143 del 1975, ratificata dal nostro paese nel 1981 e relativa alle pari opportunita’ per i lavoratori migranti. A essere vittima di tale trattamento, nel nostro paese, secondo gli esperti dell’Ilo, sarebbero immigrati, rifugiati, richiedenti asilo, provenienti da Africa, Europa dell’Est e Asia, ma anche i rom. In particolare, si punta il dito contro tutte quelle azioni e misure che ‘etichettano’ la comunita’ rom, come la proposta di rilevare le impronte digitali, ma anche l’uso di una ‘retorica discriminatoria’ che associa in maniera esplicita i rom alla criminalita’, creando quindi un crescente clima di intolleranza e ostilita’ nell’opinione pubblica.
Il Comitato di esperti dell’Ilo, esprimendo profonda preoccupazione, auspica quindi che il governo italiano si attivi per assicurare l’effettivo rispetto dei diritti umani fondamentali di tutti i lavoratori immigrati, indipendentemente dal loro status. E che quanto prevede la normativa in materia di discriminazioni sia osservato e applicato in modo migliore.
