Milano, 12 aprile 2019 – Un paese diviso tra “zone rosse”, dove saranno vietati centri di accoglienza per migranti, e “zone blu” dove al contrario sarà possibile aprire queste strutture ma soltato con il nulla osta del Comune. Lo prevede il nuovo regolamento approvato dalla giunta di Calolziocorte, comune della provincia di Lecco governato dal centrodestra (il sindaco è il leghista Marco Ghezzi).
Una decisione che ha suscitato numerose polemiche soprattutto da parte dei partiti di opposizione. “E’ stato reintrodotto l’apartheid”, attaccano il capogruppo Pd al Pirellone, Fabio Pizzul, e il consigliere Raffaele Straniero, che aggiungono: “La decisione del sindaco e della Giunta leghisti di Calolzio di tenere a distanza dai luoghi considerati sensibili 18 migranti, tra cui parecchi bambini nella primissima fascia di età, puzza di discriminazione razziale lontano chilometri. Non è semplicemente la volontà di non far costruire centri di accoglienza per profughi nei pressi di scuole, oratori, come se poi la Chiesa volesse tenere lontani gli ultimi, la stazione, dove semmai i problemi sono ben altri, o la biblioteca, cioè il luogo di cultura e integrazione per eccellenza. È proprio il gesto di dire che alcune zone del comune non possono essere ‘avvicinate’ o ‘frequentate’ da donne, uomini e bambini che non appartengono alla nostra razza, che hanno un colore della pelle diverso dal nostro. Apartheid, appunto. Questo è il nome giusto”.