Roma, 3 giugno 2019 – Papa Francesco è stato Romania, per il suo trentesimo viaggio apostolico. Bergoglio, nel suo primo discorso pubblico davanti alle autorità, i rappresentanti della società civile e i membri del corpo diplomatico al palazzo presidenziale, ha ricoordato i problemi dell’emigrazione.
“Pensare a fratelli e sorelle che sono all’estero è atto di patriottismo, è atto di fratellanza, è atto di giustizia”, ha detto il Papa. Occorre, ha detto Jorge Mario Bergoglio, riconoscere che le trasformazioni rese necessarie dall’apertura di una nuova era hanno comportato – insieme alle positive conquiste – il sorgere di inevitabili scogli da superare e di conseguenze non sempre facili da gestire per la stabilità sociale e per la stessa amministrazione del territorio. Penso, in primo luogo, al fenomeno dell emigrazione, che ha coinvolto diversi milioni di persone che hanno lasciato la casa e la Patria per cercare nuove opportunità di lavoro e di vita dignitosa”.
“Abbiamo bisogno di aiutarci a non cedere alle seduzioni di una ‘cultura dell odio’ e individualista che, forse non più ideologica come ai tempi della persecuzione ateista, è tuttavia più suadente e non meno materialista – ha sottolineato il Papa. Essa presenta spesso come via di sviluppo ciò che appare immediato e risolutorio, ma in realtà è indifferente e superficiale”.