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Papa: “Nazioni aprano cuore e porte e accolgano immigrati”

“Quanti nostri fratelli invece stanno vivendo in questo tempo una reale e drammatica situazione di esilio?”

 

Citta’ del Vaticano, 16 marzo 2016 – Non bisogna “chiudere la porta”, e invece “tante porte e tanti cuori sono chiusi”. Lo ha detto Papa Francesco all’udienza generale in piazza San Pietro, soffermandosi, in un passaggio pronunciato a braccio, la situazione dei “migranti di oggi”, “che soffrono, che soffrono all’aria, senza cibo, e non possono entrare: non sentono l’accoglienza. A me piace tanto – ha detto Francesco – sentire quando vedo le nazioni, i governanti che aprono il cuore e aprono le porte”.

Nel corso dell’udienza, il Papa ha parlato del “libro della consolazione” del profeta Geremia, laddove “la misericordia di Dio si presenta con tutta la sua capacita’ di confortare e aprire il cuore degli afflitti alla speranza”, spiegando che Geremia “si rivolge agli israeliti che sono stati deportati in terra straniera e preannuncia il ritorno in patria”.

“Anche noi – ha proseguito Francesco – possiamo vivere a volte una sorta di esilio, quando la solitudine, la sofferenza, la morte ci fanno pensare di essere stati abbandonati da Dio. ‘Dio si e’ dimenticato di me’: tante volte persone che soffrono e si sentono abbandonate. E quanti nostri fratelli invece stanno vivendo in questo tempo una reale e drammatica situazione di esilio, lontani dalla loro patria, con negli occhi ancora le macerie delle loro case, nel cuore la paura e spesso, purtroppo, il dolore per la perdita di persone care! In questi casi uno puo’ chiedersi: dov’e’ Dio? Come e’ possibile che tanta sofferenza possa abbattersi su uomini, donne e bambini innocenti? Quando cercano di entrare in una parte si vedono chiudere le porte”.

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