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Per gli immigrati il 2,3% della spesa sociale

Ai residenti stranieri 127 milioni di euro dei bilanci comunali 2004. Maggiore attenzione riservata ai servizi per l’infanzia.

Dai bilanci dei Comuni italiani figura una discreta attenzione alle problematiche migratorie. Nel corso del 2004 sono stati spesi 127 milioni per interventi e servizi sociali destinati agli immigrati residenti. Il dato emerge da un Rapporto dell’Istituto per la finanza e l’economia locale (Ifel) che sarà presentato l’8 e il 9 novembre a Brescia in occasione della Conferenza nazionale su fiscalità ed economia locale, organizzata da Ifel e Anci.

Agli immigrati è stata destinata una spesa pari al 2,3 % della totale sociale, concentrata maggiormente nelle regioni del nord (quasi 70 milioni), dove i flussi migratori sono più alti. Poco più di 43 milioni sono stati stanziati per gli stranieri del Centro, e solo 14 milioni nel Sud. Il Lazio sta al primo posto con quasi 27 milioni di euro, seguita da Reggio Emilia e Lombardia. Si tratta di una distribuzione proporzionata alle risorse comunali complessive nelle diverse zone dell’Italia.

"I servizi sociali sottoposti a maggior tensione a causa del fenomeno dell’immigrazione – spiega il Rapporto – sono quelli per gli asili nido, per le famiglie e i minori. Infatti la maggior parte degli immigrati che si trovano nel nostro paese fanno parte della popolazione inattiva, in quanto minorenni. Per questi motivi il bilancio di ogni singolo Comune può risentirne indirettamente sul versante delle entrate".

Lo studio ipotizza una crescita della spesa che le amministrazioni comunali destineranno alle fasce deboli, di cui gli stranieri rappresentano larga parte. Alla luce dell’alto numero delle nascite di bambini stranieri e i dei ricongiungimenti familiari, a essere privilegiati saranno i servizi legati all’infanzia straniera.

(7 novembre 2007)

A.V.

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