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Per Piantedosi se le condizioni nei Cpr sono disumane è perchè li “vandalizzano i migranti”

Roma, 19 febbrai 2024 – Il problema non sono i Cpr, ma i migranti. E’ questo, in poche parole, quello che oggi il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, durante una visita in Prefettura a Milano, è riuscito a dire. Non bastano quindi le inchieste sugli abusi, sui pestaggi, sull’uso eccessivo degli psicofarmaci nei Cpr, sulla mancanza del rispetto dei diritti fondamentali per far ammettere al governo Meloni che i Centri di permanenza per il rimpatrio siano, sostanzialmente, delle carceri mal gestite. E’ molto più semplice dire che se esiste questa situazione, è solo per colpa dei migranti che vandalizzano quei luoghi.

migranti

Piantedosi: “Lo dice lei che nei Cpr i migranti vivono condizioni disumane”

“I Cpr sono luoghi di trattenimento previsti dalla legge, dove si concentrano situazioni di comprensibile disperazione di chi ci finisce dentro. Ma nessuno viene ristretto al di fuori dei meccanismi di legge. Molto spesso non sono nelle condizioni migliori proprio per l’opera di vandalizzazione che viene fatta dai migranti che sono dentro“, ha infatti dichiarato Piantedosi, parlando a margine della sottoscrizione dell’accordo tra Regione Lombardia, Agenzia Nazionale per l’amministrazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata e Anci Lombardia, a Milano. “Lo fanno per protestare contro le condizioni disumane che ci sono all’interno“, gli fa notare un giornalista. “Ma no questo lo dice lei, è una sua opinione, non è così.”, ha replicato il ministro.

“Noi abbiamo sistemi di monitoraggio continui rispetto alle condizioni basilari di vita all’interno dei centri di trattenimento. Se non vengono devastati vengono mantenuti in condizioni più accettabili. I richiedenti asilo non possono finire all’interno dei Cpr, non è previsto che possano stare lì”, ha aggiunto poi. Forse, però, Piantedosi si dimentica del fatto che le rivolte sono iniziate dopo l’ennesimo suicidio di un migrante rinchiuso in un Cpr.

Le reazioni alle parole di Piantedosi

Le parole di Piantedosi, ovviamente, hanno scatenato un effetto a catena di reazioni. “Il ministro dell’Interno Piantedosi non è mai stato in un Centro di permanenza per il rimpatrio dei migranti. Di sicuro non a Via Corelli a Milano. Se ci fosse stato, avrebbe constatato le orribili condizioni in cui sono costretti a vivere i migranti trattenuti, e non avrebbe detto quello che ha detto. Dal ministro dell’Interno solo parole gravi e in libertà. Il ministro parla perché evidentemente non conosce lo stato dei Cpr nel nostro Paese e questa è una cosa grave. I Cpr sono luoghi di detenzione per persone che non dovrebbero essere detenute, e sono peggio delle carceri vere e proprie”, hanno commentato per esempio i senatori dell’alleanza Verdi e Sinistra, Ilaria Cucchi e Tino Magni.

“Ho come l’impressione che il ministro Piantedosi pensi di essere ministro di Polizia dopo i moti risorgimentali del 1848“, ha invece dichiarato il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni.

Il ministro dell’Interno Piantedosi entri con me nel Cpr di Milano perché non sa di cosa parla: sono luoghi dell’orrore. Un ministro dovrebbe informarsi prima di parlare, e visitare i posti di cui parla, non sparare cavolate sulla pelle di migliaia di persone rinchiuse come animali e che per questo spesso tentano il suicidio. Che vergogna per lo Stato italiano“, ha poi sottolineato Paolo Romano, consigliere regionale del PD. “Quelle di Piantedosi sono parole gravissime che confermano il colpevole cinismo del governo. Il Cpr di via Corelli va chiuso e la struttura va riconvertita a uso sociale. Qualsiasi altro intervento rischia di peggiorare semplicemente le cose. Si vuole aspettare il compiersi di una tragedia?“, si è infine domandato il capogruppo in Consiglio regionale della Lombardia e responsabile nazionale per le politiche migratorie del Partito democratico, Pierfrancesco Majorino.

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