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Permessi di soggiorno umanitari per i profughi, ecco cosa può fare l’Italia

Si chiamano “Misure straordinarie di accoglienza per eventi eccezionali” e sono previste dal testo unico sull’immigrazione. Nel 2011 scattarono per migliaia di tunisini

 
Roma – 16 giugno 2015 – Permessi temporanei a chi viene soccorso nel canale di Sicilia e sbarca sulle nostre coste. Documenti validi per vivere qui, ma anche, come spera al maggior parte dei profughi, per viaggiare in tutta l’area Schengen.
 
Il punto principale del piano B del governo italiano per ora è poco più di uno spauracchio agitato davanti ai nostri partner europei, per convincerli a farsi carico di una parte dell’accoglienza. È però anche una possibilità prevista dalla legge e tra l’altro ha un precedente piuttosto recente
 
Tutto gira intorno alle “Misure straordinarie di accoglienza per eventi eccezionali” previste dall’ articolo 20 del Testo Unico sull’Immigrazione (d.lgs. 286/1998). 
 
Il presidente del Consiglio, può stabilire per decreto “le misure di protezione  temporanea  da  adottarsi, anche in deroga a disposizioni del  presente  testo  unico,  per  rilevanti  esigenze umanitarie, in occasione   di   conflitti,  disastri  naturali  o  altri  eventi  di particolare gravità in Paesi non appartenenti all'Unione Europea”. Quello che succede nel Mediterraneo, in Siria e Libia, quindi più a sud, fino al Corno d’Africa, potrebbe facilmente inquadrarsi in un’emergenza di questo tipo. 
 
Tra misure straordinarie può esserci anche la concessione di un permesso di soggiorno “per motivi umanitari”. È il documento previsto (articolo 19, comma 1, lettera c-ter del DPR 395/1999) quando ci sono “oggettive e gravi situazioni personali che non consentono l'allontanamento dello  straniero dal territorio nazionale”. 
 
Quel permesso è valido in genere tre o sei mesi, ma può essere rinnovato se permangono le situazioni per cui è stato rilasciato. Consente di lavorare in Italia, ma anche di circolare liberamente nei paesi europei dell’Area Schengen. 
 
L’Italia ha fatto scattare queste “misure di protezione  temporanea” nel 2011,  durante gli sbarchi legati alle primavere arabe. Grazie a un decreto dell’allora premier Silvio Berlusconi, d’accordo con l’allora ministro dell’Interno Roberto Maroni, a quanti erano arrivati dai Paesi nordafricani, soprattutto cittadini tunisini, furono concessi permessi di soggiorno per motivi umanitari. 
 
Inizialmente i documenti dovevano durare sei mesi, ma di proroga in proroga furono rinnovati fino alla fine del 2012. Molti li usarono per lasciare l’Italia per raggiungere altri Paesi europei, nonostante le resistenze di questi ultimi: la polizia francese, ad esempio, fermava i tunisini e chiedeva loro di dimostrare di potersi mantenere durante il soggiorno in Francia, come prevedono del resto le regole Schengen . Chi non aveva abbastanza soldi con sé veniva rispedito in Italia. 
 
Una storia che potrebbe ripetersi. 
 
Stranieriinitalia.it
 
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