Più uomini e mezzi, semplificazione e la prospettiva di eliminare il passaggio negli uffici postali. Scarica il testo Roma – 8 febbraio 2008 – La direttiva sui permessi di soggiorno firmata due giorni fa da Amato si propone di “risolvere la questione dei ritardi nei rilasci e nei rinnovi”, un obiettivo forse un po’ troppo ambizioso in mancanza di una riforma legislativa. Ma le semplificazioni e l’eliminazione di passaggi inutili potrebbero almeno ridurre i disagi dei circa 900mila stranieri che hanno in tasca solo il cedolino.
Nell’immediato, si lavorerà su uomini e mezzi. Alle Questure verranno assegnati nuove postazioni informatiche dotate di spaid, lo scanner che permette di acquisire impronte digitali e foto dei cittadini stranieri e di inviarli all’Istituto Poligrafico per la stampa del permesso. In quelle più oberate di lavoro, arriveranno rinforzi di personale e saranno autorizzate altre ore di straordinario.
Si vuole giocare anche d’anticipo. Il Viminale chiede infatti anche di sensibilizzare i cittadini stranieri a presentare al domanda di rinnovo tra i sessanta e i novanta giorni precedenti la scadenza, oltre che a chiedere, se ne hanno i requisiti, il permesso per soggiornanti di lungo periodo (la vecchia carta di soggiorno), che non va rinnovato.
Altri interventi riguardano il primo rilascio del permesso per chi arriva in Italia con i flussi o tramite un ricongiungimento. familiari. Si suggerisce di far fissare la data di convocazione in Questura allo Sportello unico per l’immigrazione e non a Poste Italiane, saltando quindi la raccomandata che spesso e volentieri non arriva neppure. Inoltre, dal Poligrafico arriverebbero permessi di soggiorno già attivi, pronti quindi a essere rilasciati dalle Questure senza ulteriori tempi morti per l’attivazione.
Al capo della Polizia, Antonio Manganelli e a quello del Dipartimento per le Libertà civili e l’immigrazione, Mario Morcone, si chiede anche “ogni ulteriore intervento” perché il primo rilascio del permesso di soggiorno sia gestito “attraverso un rapporto diretto tra Sportello Unico e Ufficio immigrazione della Questura”. Insomma si dovrebbe eliminare il passaggio all’Ufficio postale, abbattendo tempi e costi per i cittadini stranieri.
Ma Poste Italiane rinuncerà ai 30 euro che oggi incassa per ogni domanda? La convenzione scade a fine anno e solo dopo gli incontri tra i vertici del Viminale e quelli dell’azienda, previsti per i prossimi giorni, si saprà se questa è disposta a farsi da parte in anticipo, almeno per quanto riguarda le domande di primo rilascio del permesso.
Si cita infine la “prospettiva” del passaggio agli enti locali delle competenze sui rinnovi, questo però potrebbe essere realizzato solo con una modifica del Testo Unico sull’immigrazione, che ad oggi non appare di immediata realizzazione. A normativa vigente, si potrebbe però già affidare ai Comuni il front-office: la direttiva dà quindi un’ulteriore impulso ad avviare una sperimentazione che favorisca “il rapporto diretto tra Comuni e Questure”, tagliando fuori, anche in questo caso, Poste Italiane.