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Piantedosi: «I centri in Albania sono pronti e serviranno a velocizzare i rimpatri»

Roma, 26 dicembre 2024 – Nell’intervista concessa al Corriere della Sera lo scorso 23 dicembre, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha affrontato diversi temi chiave: dalla riapertura dei centri in Albania per i migranti alla gestione della sicurezza in vista del Giubileo, sino alla sua eventuale candidatura come governatore della Campania.

Centri in Albania e politiche sui migranti
Piantedosi ha confermato l’intenzione di riattivare i centri di accoglienza in Albania, evidenziando come tali strutture siano già “pronte” e in grado di accelerare le procedure di riconoscimento della protezione o di rimpatrio. La recente sentenza della Cassazione, che ha ribadito la competenza del governo nella compilazione della lista dei cosiddetti “Paesi sicuri”, lascia infatti al Viminale mano libera per avviare il progetto. Secondo il ministro, «la ragione e il diritto prima o poi si affermano» e non vede pericoli da eventuali decisioni contrarie a livello europeo, soprattutto in vista delle nuove regole che entreranno in vigore nel 2026.

Rispetto ai costi, Piantedosi ha definito “confuse” alcune critiche in merito allo stanziamento di 650 milioni di euro in 5 anni, sottolineando che si tratta di una previsione massima e non di una spesa già effettivamente sostenuta. Ha inoltre ribadito che «quando funzioneranno a pieno regime, i centri in Albania, al pari di quelli in Italia, produrranno effetti importanti su chi viene accolto ma non ha prospettive di integrazione».

Il ministro ha poi difeso l’operato del governo sulla “linea dura” in tema di immigrazione irregolare, spiegando che non si tratta di una presa di posizione legata all’assoluzione del vicepremier Salvini per il caso Open Arms, ma di una politica sollecitata dagli elettori. «Gli italiani hanno chiesto di fronteggiare l’immigrazione irregolare e insostenibile e noi abbiamo raccolto questa istanza», ha dichiarato Piantedosi.

Il ruolo delle Ong e i salvataggi in mare
Il dibattito sul ruolo delle Organizzazioni non governative impegnate nel Mediterraneo è tornato al centro dell’agenda, con le Ong che accusano il governo di ostacolare i soccorsi. Piantedosi ha definito “falso e offensivo” parlare di una politica governativa che impedisca i salvataggi. «Le nostre unità navali – ha aggiunto – sono attive con professionalità e riconoscimento internazionale». Piantedosi contesta però l’atteggiamento di alcune Ong, che, a suo dire, si concentrerebbero solo sui porti italiani, favorendo in modo indiretto i trafficanti.

Sicurezza in vista del Giubileo
Con l’apertura della Porta Santa e l’avvio formale del Giubileo, cresce l’attenzione sugli eventi pubblici e i possibili rischi. Piantedosi ha dichiarato che «l’allerta è massima» e che sono già stati predisposti dispositivi di prevenzione e controllo. Preoccupano eventuali “lupi solitari” che potrebbero agire con metodi non prevedibili, come ricordato dai recenti fatti di Magdeburgo in Germania.

La questione del radicalismo suprematista
Una nuova minaccia sembra farsi largo: il radicalismo di matrice suprematista. Piantedosi ha spiegato che in Italia il fenomeno è “meno esteso” rispetto ad altri Paesi, ma non per questo va sottovalutato: «Le iniziative di polizia giudiziaria hanno finora contenuto il fenomeno, che comunque deve essere sempre tenuto sotto controllo».

Ipotesi candidatura in Campania
Interrogato sul suo possibile futuro politico in Campania, il ministro ha smentito ogni intenzione di candidarsi come governatore, rimarcando di essere concentrato unicamente sul proprio incarico al Viminale. «Non me l’ha chiesto nessuno e non vedo perché dovrebbe farlo Giorgia Meloni», ha replicato.

Rapporti con Salvini e possibili cambi al Viminale
Riguardo alle voci su un eventuale ritorno di Salvini al ministero dell’Interno, Piantedosi ha ricordato di aver collaborato con lui in passato, lodandone l’operato. Oggi, il leader della Lega ricopre ruoli diversi e il ministro non intravede segnali di cambiamento imminente. Anzi, vede nell’assoluzione di Salvini una conferma della bontà di una linea politica, che ora è pienamente avallata anche dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

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