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Piantedosi: “Italia leader in concessioni di cittadinanza, ma sullo Ius Scholae decida il Parlamento”

Roma, 22 agosto 2024 – Il tema della cittadinanza è tornata al centro del dibattito politico italiano, con una discussione sempre più accesa sullo Ius Scholae. Questo argomento, che riguarda la possibilità di concedere la cittadinanza ai minori stranieri che hanno completato un ciclo scolastico in Italia, ha visto diverse posizioni emergere tra le forze politiche.

Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, intervenuto al Meeting di Rimini, ha sottolineato come l’Italia sia già oggi il Paese leader in Europa per concessioni di cittadinanza in termini assoluti. Citando i dati di Eurostat, Piantedosi ha evidenziato che nel 2022 l’Italia ha concesso la cittadinanza a 213.700 persone, superando Paesi come Spagna, Germania e Francia. Tra i nuovi cittadini, il 26% erano bambini tra 0 e 14 anni, un dato che sale al 37% se si includono anche i giovani tra 15 e 19 anni.

Piantedosi ha rimarcato l’importanza di una discussione serena e priva di condizionamenti ideologici, basata su dati concreti. Ha evidenziato come l’attuale legislazione italiana già contempli elementi simili allo Ius Soli, con la possibilità per i nati in Italia di richiedere la cittadinanza al compimento del 18º anno di età, purché abbiano risieduto ininterrottamente nel Paese e completato il ciclo scolastico. Tuttavia, il ministro ha aperto alla possibilità di aggiornare la normativa, sottolineando l’importanza di una società integrata in cui tutti abbiano pari opportunità.

Dall’altra parte, il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Tommaso Foti, ha espresso una posizione più critica. Pur riconoscendo la legittimità del dibattito sullo Ius Scholae, Foti ha ricordato che questo tema non è presente nel programma di governo né in quelli dei partiti della maggioranza. Ha inoltre sottolineato come in passato il Partito Democratico abbia evitato di portare avanti leggi simili, temendo ripercussioni elettorali.

Secondo Foti, l’interesse dell’opposizione per lo Ius Scholae potrebbe essere un tentativo di creare divisioni all’interno della maggioranza. Ha ricordato come nelle precedenti legislature, proposte simili siano state approvate alla Camera ma poi bloccate al Senato, e come la discussione avviata durante il governo Draghi sia naufragata a causa delle spaccature interne alla coalizione.

In questo contesto, il dibattito sulla cittadinanza continua a essere un tema caldo, con la maggioranza divisa tra chi apre alla possibilità di una riforma e chi invece vede in essa un rischio politico. Tuttavia, il Parlamento rimane sovrano e il confronto su Ius Soli e Ius Scholae è destinato a proseguire, tra dati concreti e posizioni ideologiche contrastanti.

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