Un emendamento del governo alla legge di stabilità dovrebbe spostare alla prossima estate la fine dei contratti in scadenza nella Pubblica Amministrazione. Ma per la stabilizzazione la strada sembra ancora lunga
Roma – 28 novembre 2012 – Come ci si aspettava, i seicentocinquanta lavoratori a tempo determinato che si occupano di immigrazione nelle Questure e nelle Prefetture vanno verso una nuova proroga dei loro contratti, che scadranno il 31 dicembre 2012. Questo grazie a un intervento del governo che dovrebbe riguardare tutti i precari della pubblica amministrazione.
La soluzione (se così si può chiamare il semplice ed ennesimo differimento della loro “scadenza”) sarà contenuta in un emendamento alla legge di stabilità, annunciato oggi dal capo dipartimento della Funzione pubblica Antonio Naddeo, in un incontro con i sindacati a Palazzo Vidoni. Autorizzerebbe una proroga di sei o sette mesi (quindi al massimo fino al 31 luglio) dei contratti in scadenza, in vista di un accordo quadro sulla precarietà che però verrà gestito dal prossimo esecutivo.
“In un incontro che si è tenuto venerdì scorso, per i seicentocinquanta lavoratori dell’immigrazione il ministero dell’interno ci aveva promesso ufficiosamente una proroga di dodici mesi, per la quale era stata trovata una copertura finanziaria. L’annuncio di Naddeo è quindi peggiorativo rispetto a quanto ci aspettavamo, spero quindi che nel nostro caso l’amministrazione possa fare qualcosa di più” commenta Fabrizio Spinetti, coordinatore del sindacato Fp Cgil al Viminale.
I “precari dell’immigrazione” sono una minuscola parte dei duecentocinquantamila lavoratori a tempo determinato della pubblica amministrazione. Senza il loro contributo rischierebbe però di fermarsi tutta la burocrazia legata alla vita e al lavoro degli stranieri in Italia, dalla gestione dei permessi di soggiorno ai ricongiungimenti familiari, dai flussi di ingresso alla regolarizzazione.
Il ministero dell’Interno sa di non poter fare a meno di loro, quindi tutti si aspettano una proroga. Decisamente meno scontato appare il cammino per la stabilizzazione.
Elvio Pasca