I cittadini stranieri possono votare ed essere eletti. Rappresentano il 4% dei candidati
ROMA – Questa domenica anche i cittadini stranieri che vivono in Italia potranno votare per eleggere il segretario e l’assemblea costituente del Partito Democratico, purché mostrino al seggio un permesso di soggiorno valido o la ricevuta della domanda di rinnovo.
Gli immigrati erano già stati chiamati al voto nel 2005 per le primarie dell’Unione, la novità è che questa volta dalle urne potrebbero anche uscire eletti nelle assemblee costituenti nazionali e regionali. Una proiezione elaborata da Piazza Santi Apostoli conta un 4% di stranieri tra i candidati alle liste nazionali, ,ma le concentrazione varia sensibilmente tra regione e regione, con i picchi più alti che si registrano nel Lazio, in Lombardia, in Toscana ed Emilia Romagna.
Nei giorni scorsi anche Livia Turco ha sottolineato l’importanza del voto immigrato: "Partecipare alla costruzione di un partito eleggendone la Costituente significa poi avere voce in capitolo al suo interno. Penso che il Pd debba essere promotore dell’integrazione e di politiche basate sulla convivenza e fare meglio di Margherita e Ds. Per questo deve avere una forte presenza di nuovi cittadini".
La scelta è coerente con il disegno di legge delega sull’immigrazione presentato dal governo che vanta tra i suoi punti principali proprio la concessione dell’elettorato attivo e passivo per le amministrative a chi è in Italia regolarmente da almeno cinque anni. Un obiettivo importante che, se centrato, ci allineerà ad altri paesi dell’Unione Europea e porterà la partecipazione degli immigrati molto più lontano di quanto non possa fare, con tutte le buone intenzioni, il voto del 14 ottobre.
(12 ottobre 2007)
Elvio Pasca