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Processo Open Arms: La Voce del prete di Lampedusa: “Il fatto sussiste, la memoria resta”

Roma, 23 dicembre 2024 – L’assoluzione con formula piena di Matteo Salvini nel processo Open Arms ha riacceso il dibattito su uno degli episodi più controversi nella gestione delle politiche migratorie italiane. La sentenza, che stabilisce che “il fatto non sussiste”, ha suscitato una reazione ferma e sentita da parte di chi, in quei giorni di agosto, visse in prima persona il dramma dei 147 naufraghi bloccati in mare.

Tra queste voci c’è quella di Carmelo La Magra, ex parroco di Lampedusa, da sempre in prima linea nell’accoglienza dei migranti. Don Carmelo, che nei giorni di stallo scelse di dormire all’addiaccio sul sagrato della chiesa di Lampedusa come gesto di solidarietà, ribadisce oggi un concetto chiaro: “Il fatto sussiste, eccome. È accaduto, è passato sulla pelle delle persone che sono rimaste sequestrate e sofferenti in mezzo al mare per diversi giorni.”

L’ex parroco non usa mezzi termini nel raccontare la sofferenza vissuta dai migranti durante quei giorni di attesa e di incertezza. “Il fatto sussiste perché li abbiamo visti sbarcare con i nostri occhi e abbiamo festeggiato con loro dopo giorni in balia del mare. Quello che è accaduto in quei giorni è storia, è reale.”

Dall’altra parte, Matteo Salvini, all’epoca ministro dell’Interno, ha riaffermato con fermezza la sua posizione: “Rifarei tutto, ho difeso i confini dai clandestini.” Una dichiarazione che però stride con le parole di chi, come don Carmelo, era presente sul campo. “I confini si proteggono dagli eserciti e non dai poveri, da chi vuole invadere e non da chi chiede aiuto.”

Il caso Open Arms ha lasciato un segno indelebile non solo nella storia recente dell’Italia, ma anche nella coscienza collettiva di chi ha assistito direttamente a quei momenti. Al di là delle sentenze, resta una domanda aperta: quanto pesa la responsabilità morale di fronte a vite sospese nel limbo del mare?

Il verdetto del Tribunale di Palermo ha chiuso un capitolo giudiziario, ma ha lasciato aperte molte ferite nel dibattito pubblico e nel cuore di chi, come don Carmelo La Magra, non dimenticherà mai quei giorni.

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