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Profughi. Accoglienza al collasso, Il Viminale ai prefetti: “Trovate 6500 posti”

"Occupazioni d’urgenza e requisizioni"” per offrire una prima sistemazione ai nuovi arrivati. "Distribuzione equa per evitare problemi di ordine pubblico"

 
Roma – 14 aprile 2015 – Sono circa settemila le persone salvate negli Canale di Sicilia negli ultimi quattro giorni, mentre è impossibile sapere con precisioni quanti non ce l’hanno fatta ad attraversare il Mediterraneo. Dall’inizio dell’anno ci sono già 500 vittime accertate,  solo ieri sono stati recuperati nove corpi in mare, dopo l’ennesimo naufragio, mentre un altro morto è stato trovato a bordo di uno dei barconi soccorsi. 
 
I centri di accoglienza scoppiano e il ministero dell’Interno corre ai ripari cercando in tutta Italia altre strutture che possano offrire un prima sistemazione per chi sbarca. Un circolare invita dalla direzione libertà civili e immigrazione alle prefetture sollecita il reperimento di 6500 posti aggiuntivi, anche con “provvedimenti di occupazione d’urgenza e requisizioni”. 
 
Nella circolare firmata dal  prefetto Mario Morcone, si delinea una distribuzione  dell’accoglienza ch sgravi le Regioni che se ne sono fatte più carico finora, a cominciare da Sicilia e Calabria. Ecco allora che Piemonte, Lombardia, Veneto, Toscana, Emilia e Campania dovrebbero mettere a disposizione 700 posti ciascuna, la Puglia 350, il Lazio e ele Marche 250. Altri 1500 posti verranno divisi tra le altre. 
 
È fondamentale, sottolinea il Viminale, un “distribuzione sull’intero territorio anche per evitare problemi di ordine pubblico”, serve, insistono da Roma, “una suddivisione equa delle responsabilità di tutti i capoluoghi di provincia senza esclusioni ed eccezioni”. Ma ci sono Regioni come il Veneto che a tempo di oppongono all’arrivo di nuovi profughi e difficilmente si adegueranno senza protestare alle nuove disposizioni, tra l’altro in piena campagna elettorale.
 
Di sicuro, come scrive ancora Morcone, “è indispensabile trovare soluzioni per una civile accoglienza ai gruppi di migranti e richiedenti asilo”. E l’allestimento di tendopoli è l’ultima spiaggia alla quale nessuno vorrebbe approdare. 
 
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