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Profughi. Alfano: “Evitare concentrazioni. Romani stanchi, non razzisti”

Il ministro dell'Interno: "Strutture di accoglienza nelle periferie degradate? Colpa del mercato  immobiliare, lì gli affitti costano meno"

Roma – 26 novembre 2014 – “I cittadini di Roma non sono razzisti, ma sono stanchi, sono molto stanchi”. Lo ha detto oggi pomeriggio alla Camera il ministro dell' Interno Angelino Alfano a proposito delle tensioni e delle proteste contro i centri di accoglienza e parlando della necessità di non concentrare i profughi solo nei quartieri periferici.

“Un'intelligente strategia di distribuzione degli stranieri  deve certamente farsi carico della sostenibilità delle scelte e del loro impatto territoriale, se non si vuole trasformare la questione immigratoria in un fattore di instabilità che possa alimentare derive di intolleranza, che non sono tipiche della nostra popolazione” ha spiegato Alfano. Secondo il titolare del Viminale, il prefetto di Roma “ha agito tentando in ogni modo di prevenire – nei limiti delle competenze tra prefetto e sindaco – il tema delle eccessive concentrazioni”.

Alfano ha citato i bandi per convenzioni o accordi quaddro sull'accoglienza e i tentativi “di ridurre o prevenire le situazioni di attrito”. In questo ottica c'è stato un confronto con i sindaci di Roma e della provincia per avviare “progetti di volontariato in grado di coinvolgere i richiedenti asilo in attività che consentano interrelazioni positive con il territorio”.

Quanto, però, ai luoghi dove vengono create le strutture di accoglienza, Alfano ha puntato il dito contro il “mercato immobiliare”. Questo “induce i soggetti economici a proporre, in sede di bando, strutture ubicate nelle zone che consentono affitti più favorevoli e che inevitabilmente coincidono con i contesti più degradati e meno serviti”.

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