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Profughi. Avramopoulos: “Più hotspot in Italia, Stati Ue accettino redistribuzione”

Il commissario europeo all’immigrazione: “Vogliamo l’Europa senza frontiere o facciamo marcia indietro? No a popolusmi e xenofobia”

 

Bruxelles – 14 gennaio 2016 – “Vogliamo l’integrazione europea, l’Europa senza frontiere di Schengen, attuare le visioni dei padri fondatori dell’Unione? O siamo pronti a fare marcia indietro, rinunciando a decenni di conquiste?”. 

È l’alternativa posta oggi dal commissario europeo all’immigrazione  Dimitris Avramopoulos, in una lunga intervista ad Avvenire che parte dai fatti di Colonia. “Fatti terribili” dice, “devono essere condannati con la massima durezza”, ma “questo non deve portare a generalizzare, a dire che tutti i migranti sono potenziali autori di violenze”. 

Quegli eventi, invece, “stanno alimentando reazioni populistiche e xenofobiche e sembrano dare man forte a quanti sfruttano la crisi migratoria per scopi politici, disorientando l’opinione pubblica. Dobbiamo respingere questo amalgama”. 

“Le misure europee per affrontare la crisi migratoria – sostiene il commissario Ue- sono un test cruciale per l’Unione Europea. Le istituzioni comunitarie hanno fatto il loro, abbiamo adottato subito l’agenda per la migrazione, lo schema per la ridistribuzione dei richiedenti asilo da Italia e Grecia. Se ora le altre componenti dell’Ue, gli Stati membri, non decidono di procedere, allora temo che davvero molte conquiste siano a rischio, a cominciare da Schengen che sarebbe quanto meno messo in discussione”. 

Avramopoulos parla di Italia e Grecia, che “ avrebbero potuto fare di più prima. Certo, sono state colte di sorpresa, i sistemi nazionali non erano in grado di affrontare una situazione di emergenza di queste dimensioni. Ora le cose si stanno muovendo, ma il fatto è che intanto centinaia di migliaia di migranti sono passati attraverso questi due paesi diretti verso il Nord Europa”. 

Per identificare gli sbarca  e dividere richiedenti asilo da migranti economici irregolari, l’ talia ha già creato due hotspot a Lampedusa e Trapani,  la Grecia uno a Lesbo. “Non basta – dice il commissario –  l’Italia deve aprirne almeno altri quattro, e lo stesso la Grecia, e devono anche migliorare le capacità di accoglienza”. 

Intanto, però, “ci sono stati membri che pur avendo approvato il meccanismo di redistribuzione, ora rifiutano di accogliere richiedenti asilo da Italia e Grecia”. Solo i paesi di frontiera devono fare ciò che chiede loro l’Europa?  “Bisogna fare tutto allo stesso tempo, hotspot e redistribuzione” sottolinea Avramopoulos. 

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