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Profughi. Cir: “Bene l’Europa su visti e protezione, ora i fatti”

Il Consiglio Italiano per i Rifugiati sulla risoluzione dell'Europarlamento. "Un cambio di rotta. Ma tra intenzioni e azioni il passaggio non è scontato"

 
Roma – 30 aprile 2015 – Qualcosa finalmente si muove in Europa per la protezione dei profughi. Sempre che i singoli Stati decidano di far seguire alle parole i fatti. 
 
Il Consiglio Italiano per i Rifugiati (CIR) intravede un cambio di rotta e "apprende con discreta soddisfazione" la risoluzione approvata ieri dal Parlamento Europeo e le parole del presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker.
 
"Finalmente si parla di visti umanitari che dovrebbero essere rilasciati a persone che hanno bisogno di un paese di asilo. Anche l’auspicata concessione di protezione temporanea in tutta l’Unione Europea  – con i suoi meccanismi di ingresso regolare già previsti dalla normativa europea mai attivata prima e che potrebbe essere applicata innanzitutto ai rifugiati siriani – potrebbe dare un segnale importante per creare finalmente alternative al dramma dei barconi e della perdita di vite umane sulla via verso l’Europa".
 
Anche grazie a questi punti, sottolinea il Cir, che "la risoluzione va ben avanti rispetto alle decisioni prese dai capi di governo del Consiglio Europeo del 23 aprile". Così come "creano speranza"  le parole di Juncker sulla necessità di aprire porte di ingresso regolare per arrivare in modo sicuro in Europa. 
 
“Tuttavia tra intenzioni e azioni il passaggio non è scontato" ammonisce il direttore del CIR Christopher Hein. “Alla fine non saranno né il Parlamento Europeo né la Commissione ad avere il potere di aprire le porte, ma i governi degli Stati membri che, purtroppo, non hanno incluso nell’agenda approvata pochi giorni fa proprio le proposte più rilevanti di questa risoluzione".
 
"La società civile europea e i mass media – conclude Hein – non devono stancarsi di esigere che rapidamente siano intraprese azioni che possano effettivamente prevenire nuove tragedie e l’aumento dei morti nel Mediterraneo”.
 
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