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Profughi nelle parrocchie. Migrantes: “Stato risparmia 50 milioni”

Sono cinquemila quelli accolti gratuitamente come chiedeva Papa Francesco. Perego: “Valorizzare la società civile. L’altro è un bene, bisogna superare la paura”

 

Rimini – 22 agosto 2016 – Cinquemila profughi ospitati in cinquecento parrocchie italiane, che hanno risposto così all’appello all’accoglienza lanciato da Papa Francesco. E che fanno così risparmiare allo Stato Italiano “cinquanta milioni di euro”.

A dare questo dato è stato oggi monsignor Giancarlo Perego, direttore della Fondazione della Cei, “Migrantes, al Meeting di Rimini. All’interno della  kermesse organizzata da Comunione e Liberazione è allestita la mostra “Migranti, la sfida dell’incontro”, all’interno della quale, due volte al giorno, si dialoga con i migranti e le persone che si occupano di soccorso, accoglienza e integrazione.

“Abbiamo voluto rispondere a questo appello per vivere appieno l’Anno della Misericordia” ha detto  Perego che ha ricordato come le ragioni della accoglienza diffusa facciano parte del background storico italiano. “Moltissimi sfollati della prima guerra mondiale sono stati accolti in tutta Italia da altre famiglie. Crediamo si possa valorizzare la società civile e non istituzionalizzarla. La nostra è una storia di de-istituzionalizzazione – ha continuato – abbiamo visto che un’istituzionalizzazione porta a un grande spreco e, come per Roma capitale, a corruzione”.

Da superare è la paura, “un sentimento normale di fronte al nuovo”, ma che può diventare “lacerante e portatrice di chiusura tutte le volte che non si accetta il fatto che l’altro è un bene. In questo senso ci troviamo di fronte ad una sfida educativa. Occorre educare le persone all’incontro”.

Da indagine citata dal direttore di Migrantes, risulta che su 10 famiglie che non avevano avuto esperienze di accoglienza, 8 dichiaravano di aver paura di questa onda migratoria. La stessa domanda posta a famiglie che invece l’avevano accolto anche sporadicamente altre persone in famiglia porta un dato completamente rovesciato: 1 su 10 dichiara di aver paura.

“È importante conoscere – ha ribadito il direttore di Migrantes – su 128 nazionalità straniere presenti in Italia, solo 60 sono presenti in carcere, non viene mai detto che un immigrato che lavora non commette reati, e anche il dato del 30% di stranieri nelle carceri italiane è un dato che va letto attraverso la lente delle pene alternative alla detenzione delle quali normalmente gli stranieri non possono godere”.

Infine una stoccatina a chi afferma “aiutiamoli a casa loro”. “Il diritto a rimanere nella propria terra ha bisogno di investimenti e di condivisione di bisogni – ha ammonito il sacerdote – non si può dire ciò quando l’unica ricchezza che gli diamo sono le armi, quando continuiamo a dargli le briciole dei nostri investimenti nelle loro terre, senza dimenticare che ci sono nazioni in cui c’è la guerra”.

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