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Profughi. Pinotti: “Accoglienza nelle caserme, l’Onu in Libia contro gli sbarchi”

I ministeri della Difesa e dell’interno preaprano un decreto da 130 milioni. “È una fase di transizione, poi toccherà all’Europa e alla Libia”

Roma – 3 luglio 2014 – Un decreto da 130 milioni per l’accoglienza dei profughi salvati da Mare Nostrum.

Lo stanno studiando il ministero della Difesa e quello dell’interno, e spiega oggi il ministro Pinotti in un’intervista al Mattino, “prevede in primo luogo la condivisione con il ministro dell`Interno di tutte le iniziative tese ad alleggerire gli impegni economici e allo stesso tempo armonizzare tutti gli interventi. Mare nostrum, è orgoglio del Paese ma indubbiamente ha dei costi che bisogna ripartire per fare meglio. Si tratta di fondi recuperati da partite di bilancio del governo”.

Quei soldi, spiega Pinotti, serviranno per i centri di accoglienza temporanei, ma anche “per quelle attività necessarie ad assistere gli immigrati appena sbarcati”. “Sui centri di accoglienza, insieme con il ministro dell`Interno, stiamo pensando a nuove soluzioni” aggiunge, rivelando che “è in atto uno screening sulle caserme, per verificare la possibilità di utilizzarne qualcuna come centro di accoglienza. Servirà a decongestionare quelli esistenti, che sono quasi saturi. Si tratta di strategie sull`emergenza, ma va detto che pensiamo a un decreto che gestisca una fase di transizione”.

Dopo questa “transizione”, il governo punta a “un’ evoluzione della politica europea in materia, ma anche ad un diverso rapporto con la Libia”. Per quanto rigaurda il primo fronte, si chiedono più fondi comunitari “anche per trasformare Frontex”, mentre alle elezioni appena svoltesi nel paese nordafricano si sono imposti “i moderati e questo fa ben sperare, sulla possibilità di trovare accordi e interlocutori stabili”.

Secondo Pinotti, “potremmo formare i militari libici sul loro territorio e non più solo in Italia, come avviene ora. Poi potrebbero partire pattugliamenti comuni delle coste africane, come già facciamo con la Tunisia”. Inoltre, “si potrebbe chiedere alla Libia di fare richiesta all`Unhcr di intervenire ad evitare tragedie ulteriori, magari aprire campi umanitari sotto il controllo dell'Onu”.
 

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