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Profughi. Slitta l’ok alla redistribuzione dall’Italia negli altri Paesi dell’Ue

Non c’è accordo tra i 28, e così nei consigli di giugno ci si limiterà a un dibattito e a linee guida per un ulteriore lavoro. Per ora i 24 mila del piano rimangono qui

Roma – 10 giugno 2015 – L’emergenza immigrazione non è più un’emergenza, almeno secondo l’Unione Europea, che fa slittare a dopo l’estate la possibilità di approvare l’Agenda presentata dalla Commissione Europea. Questa, tra l’altro, propone di distribuire parte dei profughi arrivati in Italia negli altri paesi membri.

Una decisione in proposito era attesa per martedì prossimo, quando i ministri dell’Interno europei si riuniranno a Lussemburgo. Non essendoci però ancora un accordo tra i governi, con  i pesanti “no” alla redistribuzione da parte di Regno Unito, Francia, Spagna, Ungheria e altri, è tutto rimandato.

Il 16 giugno, ha spiegato quindi un portavoce della presidenza lettone, “ci sarà un ampio dibattito politico sull'agenda europea sull'immigrazione e uno scambio di vedute sugli aspetti legati ai rimpatri, compreso lo stato dell'arte sui negoziati in corso. Dopo quella fra i ministri, ci sarà una discussione anche al Consiglio europeo di giugno, che darà le linee guida per l'ulteriore lavoro".

Il via libera definitivo, se mai si troveranno le condizioni per darlo, difficilmente arriverà prima di settembre.

Bruxelles vorrebbe trasferire nei prossimi due anni 40 mila profughi arrivati in Italia (24 mila) e Grecia (16 mila) negli altri Paesi membri, secondo quote prestabilite e con il vincolo che si tratti di eritrei o siriani evidentemente bisognosi di protezione internazionale. Un compromesso che già era apparso al ribasso, ma che ora rischia di rimanere sulla carta.
 

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