Roma, 1 aprile 2022 – Una protesta per ricordare che i migranti sono tutti uguali, e dovrebbero essere trattati nella stessa maniera. Da quando è scoppiata la guerra in Ucraina, infatti, l’Occidente sta mettendo in piedi una vera e propria selezione dei profughi: alcuni vengono aiutati, altri dimenticati. “Vogliamo lavorare, vogliamo i documenti”, si sente gridare a gran voce dal presidio organizzato fuori dalla Questura di Milano.
Protesta dei migranti a Milano
“Se alcuni di noi spacciano è perché si dorme in strada o non si mangia per giorni”, ha dichiarato durante la protesta fuori dalla Questura di Milano un giovane africano, sottolineando la difficolta di riuscire a ottenere un permesso di soggiorno e il disagio di chi arriva in Italia e da subito viene sfruttato. “Siamo lavoratori e lavoratrici. Mandiamo avanti i cantieri e i magazzini. Siamo riders e facchini, puliamo uffici e hotel. Mandiamo avanti le cucine, accudiamo gli anziani e i bambini, ci spezziamo la schiena in campagna”, hanno detto inoltre durante il presidio. La manifestazione, d’altronde, è stata organizzata da “Ci Siamo-Rete Solidale” e altre associazioni proprio per esprimere il disagio che i migranti vivono. E richiedere un’accoglienza analoga a quella riservata ai profughi ucraini.
“Doveva essere uno sciopero, soprattutto nelle campagne, ma ci sono state delle difficoltà a organizzarlo. Si è trasformata in una mobilitazione che a Roma continua per chiedere un tavolo in Prefettura”, ha spiegato Rodolfo Greco, uno dei promotori, all’Agi. Le prossime si terranno a Foggia, Torino, Modena e Roma. “Uno dei problemi principali sono le questioni ‘tecniche’ legate all’ottenimento dei permessi, per questo sarebbe importante un incontro col Prefetto. Chiediamo un permesso di soggiorno non legato al contratto di lavoro né alla residenza, cittadinanza per tutti i bambini nati in Italia. Fine degli abusi e dei lunghi tempi di attesa nelle questure, azzeramento dei costi dei permessi, chiusura dei centri di detenzione”, ha aggiunto inoltre. “Gli italiani devono sapere che esistiamo. I diritti non hanno colore. Vogliamo una vita migliore, ma il sistema non permette l’integrazione”, ha affermato poi Patricia, una donna originaria della Costa d’Avorio.
“Basta dividere i migranti in profughi “veri” e finti””
“Mai come oggi è evidente quanto l’Italia e l’Ue stiano adottando misure differenziali a seconda degli interessi geopolitici ed economici del momento“, si legge nel volantino distribuito durante la manifestazione. “Improvvisamente, dopo l’invasione russa dell’Ucraina, l’Unione Europea ha tirato fuori dal cilindro una direttiva del 2001 (pensata per i profughi kosovari in fuga dalle bombe della NATO e mai applicata). Direttiva che, giustamente, permette a chi scappa dalla guerra di essere regolarizzato senza passare per una richiesta d’asilo. Mentre una potente macchina di solidarietà si è messa in moto in tutta Europa, Italia compresa, per accogliere i milioni di persone in fuga dai bombardamenti.
Questi, nell’immaginario comune, sono ‘profughi veri’ e meritevoli. Dov’erano e dove sono questi imprescindibili strumenti, quando si trattava di persone in fuga dalla Libia, dalla Siria, dall’Iraq, dall’Afghanistan, dal dal Sudan, dalla Somalia, dallo Yemen, e da tutte le altre guerre, di cui l’Europa porta una responsabilità pesantissima?”.
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