Il Sinodo: “Migrare non è un crimine”. “Non ostacolare la regolarizzazione” Torino – 29 agosto 2008 – "Vogliamo affermare con forza che migrare non è un crimine, il Governo e il Parlamento del nostro Paese, che ha una tradizione di emigrazione non lontana nel tempo, sappiano rispettare i principi di solidarietà e di tutela dei più deboli già sanciti nella nostra Costituzione".
Così un ordine del giorno votato ieri dai deputati del Sinodo delle chiese valdesi e metodiste riunite a Torre Pellice, in provincia di Torino. Tra i temi in discussione, anche le norme del pacchetto sicurezza, riguardo al quale il sinodo ha espresso forte preoccupazione.
Facendo riferimento al testo biblico: "Ero straniero e mi avete accolto… quello che avete fatto a uno di questi ultimi, lo avete fatto a me", i rappresentanti dei protestanti italiani hanno denunciato l’idea che l’immigrazione clandestina possa diventare reato, come previsto in un disegno di legge del governo all’esame del Parlamento.
Altre norme censurate dal Sinodo sono “l’apertura di nuovi CIE (Centro di identificazione e espulsione); il prolungamento a 18 mesi del cosiddetto ‘trattenimento’ in questi luoghi in cui sono sospesi i diritti umani; gli ostacoli posti alla regolarizzazione di chi sul territorio già vive e lavora; e le restrizioni al ricongiungimento famigliare che faciliterebbe la piena integrazione degli stranieri presenti in Italia”.