Roma, 20 febbraio 2019 – Le nuove norme restrittive sulla protezione umanitaria varate dal decreto sicurezza non possono essere applicate alle domande che sono state presentate prima del 5 ottobre, data di approvazione del decreto.
Lo ha stabilito la corte di Cassazione con una sentenza depositata ieri che potrebbe allungare di molto i reali effetti del decreto sicurezza sulla protezione umanitaria visto che la maggior parte delle domande che sono state esaminate ( e respinte) in questi mesi dalle Commissioni d’asilo sono state tutte presentate prima di ottobre. Sono più di 23.000 i migranti che negli ultimi quattro mesi si sono visti negare qualsiasi tipo di protezione in applicazione della legge Salvini e ora è prevedibile una pioggia di ricorsi.
L’ultimo dato di gennaio ha visto crollare la concessione dei permessi umanitari al 2 per cento. Erano il 28 per cento a maggio del 2018. In realtà, già prima dell’approvazione del decreto, applicando una direttiva del Viminale, le commissioni territoriali avevano già limitato di molto la concessione dei permessi umanitari stringendo sempre di più la cinghia a partire da ottobre. Ma la quasi totalità delle domande esaminate sono state presentate prima, visto che le attese medie prima della valutazione delle singole posisioni è di circa un anno.
Il pronunciamento della prima sezione civile della Cassazione rischia quindi di provocare una pioggia di ricorsi,
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Protezione umanitaria. Cassazione: ‘Norme decreto Salvini non retroattive’
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